(di Toti Piscopo) Non si fa attendere la reazione dell’assessore Manlio Messina all’accusa rivoltagli dall’ex assessore al Turismo Anthony Barbagallo, che aveva tacciato il See Sicily come una esperienza fallimentare.
Accusa ingenerosa che l’assessore Messina rimanda al mittente, ricordando la sua gestione in cui “ha speso ingenti risorse per iniziative dispersive e di piccolo cabotaggio” e principalmente che il suo schieramento di appartenenza ha “varato azioni fallimentari come il bonus vacanza”, sottolineando come il “governo nazionale abbia stanziato appena tre miliardi per il turismo”. Inoltre Messina, si chiede ancora, “secondo quale logica questo governo nazionale lascia gli hotel aperti senza che nessuno possa viaggiare?”. Ed infine l’affondo quando ricorda all’assessore Barbagallo che “il suo stesso partito, il Pd, ha stracciato l’emendamento presentato alla Camera da Fratelli d’Italia per eliminare la richiesta del Durc per l’anno 2020 proprio per venire incontro alle esigenze delle imprese in grandi difficoltà”.
Insomma il See Sicily, travalicando la logica di mercato, sembra approdare nella deriva dello scontro politico, effetto anche delle tante tensioni a cui il sistema, nella sua globalità, è stato sottoposto dallo scorso mese di marzo mentre tutto fa pensare che l’emergenza sanitaria non sia assolutamente superata.
E’ opinione diffusa che l’esperienza del See Sicily non si possa definire fallimentare, bensì una grande opportunità le cui potenzialità, pur essendo tante, non sono state individuate e valorizzate, risentendo il progetto della mancanza di una progettualità complessiva e di una strategia di marketing mirata di tipo modulare che, nel dopo covid, possa costituire valore aggiunto ad una offerta turistica che non va svenduta, ma anzi valorizzata.
Certo c’è da interrogarsi sul perché questi primi avvisi abbiano fatto registrare una partecipazione ben più modesta rispetto a quelle che erano le previsioni. Temi questi che vanno approfonditi e su cui va sviluppato un confronto serrato di cui tener conto nel riaprire, con l’anno nuovo, gli avvisi così come ha recentemente e più volte promesso Manlio Messina, al quale va riconosciuto il merito di essere stato fautore, insieme alla dirigente generale Lucia di Fatta, di una alchimia politico-amministrativa non facile ma determinata, che ha generato lo stanziamento di 75 milioni di euro.
Un importo consistente, seppur non rilevante, che va investito e non speso, trasformando questa emergenza in una opportunità per ridisegnare il nostro sistema turistico su un modello coordinato e più avanzato in grado di individuare, proporre ed attuare soluzioni innovative in tempi rapidi, pensando al mercato che verrà e non a quello che è stato, perché nulla sarà più come prima.