(di Toti Piscopo) In barba alle più elementari regole di marketing e di opportunità, l’iniziativa congiunta Gesap e Federalberghi Palermo sancisce, in nome del rilancio turistico della città metropolitana, un’offerta inqualificabile, poco chiara e trasparente, che di fatto tende a bypassare la categoria delle agenzie di viaggio ed i tour operator innestando potenzialmente un meccanismo di turbativa del mercato.
Già da qualche settimana c’è la tendenza di Federalberghi di scavalcare, e non certo nell’interesse del mercato, il sistema distributivo della agenzie di viaggio e dei TO, promuovendo un video, successivamente ritirato, che invita i consumatori a rivolgersi per le loro prenotazioni direttamente agli alberghi. Adesso punta a veicolare la propria offerta al consumatore attraverso il sito della Gesap che, per sua stessa natura giuridica, professionale ed imprenditoriale, dovrebbe porsi al di sopra delle parti o privilegiare l’interlocuzione con gli operatori professionali dell’incoming che sono i TO e le AdV.
Certo gli effetti del dopo lockdown sono stati devastanti e continuano ad esserlo e sembra che i tempi del “siamo tutti sulla stessa barca” abbiano lasciato il posto al “si salvi chi può”, ma così si corre il rischio di alimentare ulteriori conflitti sociali tra categorie produttive, particolarmente per le AdV e TO, presidio di garanzia per i consumatori nonché forza attiva vera e reale per l’acquisizione di nuovi flussi turistici e il consolidamento di quelli esistenti.
Un ruolo che viene riconosciuto dalla legge che nel contratto di viaggio sancisce che la fornitura contemporanea di due servizi turistici costituisce la base di quel pacchetto la cui vendita è di esclusiva competenza delle AdV. Un onere ma anche una garanzia per il consumatore, voluta dal legislatore, che così delineava il requisito minimo del ruolo che l’impresa ha nel panorama turistico.
Non tutelare questo basilare rapporto contribuisce ad alimentare quel fenomeno di abusivismo diffuso che sembra contaminare anche chi è preposto a dover governare il settore, in cui la recente pandemia, ha contribuito ad evidenziare la fragilità di un sistema, governato da tanta approssimazione ed incapace di guardare al di là del proprio naso.
Ci auguriamo che quest’ultima iniziativa sia frutto di disattenzione, solo per usare un eufemismo, e non una scelta mirata di ‘macelleria sociale‘ e che già in questo weekend, ognuno si pronunci assumendosi le proprie responsabilità. Fare chiarezza in questo momento vuol dire creare le basi per rifondare quel sistema turistico che, seppur privo di adeguata legislatura e caratterizzato da una approssimazione o incapacità diffusa, possa poggiare su comportamenti eticamente corretti, chiari, equi e trasparenti, più facili da declamare che attuare.