sabato, 4 Maggio 2024

Due giorni per ricordare la Battaglia delle Egadi del 241 a. C.

A Favignana due giorni di eventi per ricordare l’anniversario della “Battaglia delle Egadi” (10 marzo 241 a. C.), che ha rappresentato uno dei più grandi episodi nella storia delle civiltà del Mediterraneo. La battaglia, che vide contrapporsi la flotta cartaginese e quella romana nelle acque antistanti le Isole Egadi, pose fine alla Prima guerra punica e segnò l’ascesa di Roma come dominatrice dei mari spianandole la strada verso l’Impero.

Per l’occasione, la Soprintendenza del Mare e l’Associazione CSRT “Marettimo” con il patrocinio del Comune di Favignana-Isole Egadi organizzano l’evento “Diecimarzoduemilaquindici, Percorsi mediterranei: Pace, Ambiente, Archeologia e Buone pratiche (Hiera oggi e domani)”.

Prendendo spunto dalla suggestione di quell’anniversario, la giornata percorre un ideale itinerario tra i temi più attuali e urgenti che la dimensione mediterranea, per tanti versi “privilegiata”, del territorio, impone. Un momento di riflessione sull’archeologia tra aggiornamenti scientifici, valorizzazione, progettualità e promozione di valori.

Si inizia oggi pomeriggio, lunedì 9 marzo, alle 16, a Palazzo Florio a Favignana con un convegno sui temi della pace, dell’ambiente e dell’archeologia. Domani, martedì 10 marzo a Favignana alle 10,30 presso l’Istituto Comprensivo “A. Rallo” incontro con la Soprintendenza del Mare e proiezione del video “La Battaglia delle Egadi”, mentre da “Illustramene 2014” dedicato a “Il Mediterraneo un Mare di Favole” la lettura di un racconto in siciliano e in italiano. A seguire un laboratorio creativo a cura della cooperativa sociale Colorè.

“Il 10 marzo del 241 a.C. – spiega Sebastiano Tusa, soprintendente del Mare – il mare delle Egadi si colorò di rosso per i caduti della decisiva battaglia tra Romani e Cartaginesi. Molti, dopo quel fatidico giorno, si auspicarono che la pace avesse albergato per secoli in quei mari, ma purtroppo non fu così. Molti furono i caduti che quel mare accolse in seguito. Ricordiamo quella battaglia, fieri di averne ricostruite le dinamiche grazie alle nostre ricerche che hanno portato alla scoperta dei rostri, degli elmi e di altri indizi inequivocabili. Lo facciamo non soltanto per rievocare una grande scoperta archeologica, ma per riaccendere in noi e in chi ci ascolta la speranza che alla fine di una guerra segua una pace perenne di cui il Mediterraneo ha oggi ancor di più bisogno”.

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