Un’ambientazione epica e green, tra alberi secolari, nel più antico Orto Botanico d’Europa. Per la XXXI edizione de La Macchina dei Sogni, il festival di teatro di figura e di narrazione diretto da Mimmo Cuticchio, quest’anno è stato scelto un paesaggio inusuale che si sposa perfettamente alla letteratura epico cavalleresca, ovvero l’Orto Botanico di Palermo.
Nel pomeriggio di giovedì 31 luglio, alle 17.45, l’Orto Botanico si aprirà alle guarattelle napoletane di Bruno Leone, a La Pazzia di Orlando dei Figli d’Arte Cuticchio e all’Ubu Re di Jarry rivisitato dalle ombre de Il Teatro degli Incompatibili.
Venerdì 1 agosto sarà la volta di Marcel Gorgone e il suo “teatro delle mani”, dell’ensemble di musica medievale In Taberna, mentre gli allievi del laboratorio di Cuticchio racconteranno, appositamente per questo evento, due storie a testa, tratte da repertori diversi ma tutte legate al tema del verde.
Sabato 2 agosto, prima che Mimmo Cuticchio proponga un esemplare cunto sulle vicende ariostesche – animando, con la potenza dell’immaginazione, piante e fiori dell’Orto – tre studiosi e intellettuali saranno chiamati a “raccontare” storie legate al tema del festival. Corrado Bologna, docente di filologia, parlerà delle lune dell’Ariosto, di Galilei e di Leopardi; l’agronomo Giuseppe Barbera farà altrettanto selezionando un racconto legato alla sua professione, mentre l’attore e giornalista Gabriello Montemagno leggerà un episodio dell’Orlando Furioso. I loro interventi saranno “legati” dai racconti dei narratori del laboratorio, a loro volta guidati da Mimmo Cuticchio, che qui diviene l’alter ego dell’Ariosto.
Con questa singolare iniziativa, “La Macchina dei Sogni” restituirà una specifica visione de La chanson, trasformando l’Orto Botanico in uno specchio culturale, un modello dove scienza e arte celebreranno un inedito connubio. Come all’interno dello Starlab, un planetario dove grandi e piccini, potranno ammirare uno straordinario cielo stellato e imparare a distinguere pianeti e costellazioni. Sarà l’astronoma Lara Albanese a raccontare due distinte storie, Sotto lo stesso cielo (giovedì 31 alle 19,30) e Il gioco di Virginia (venerdì 1 alle 18,30 e alle 19,30), per trasportare in un universo magico dove la scienza di Galileo incrocerà antiche leggende cinesi. Sotto una splendida Luna proiettata sulla cupola del planetario, attraverso la narrazione e le sagome realizzate dal burattinaio Mariano Dolci, il pubblico sarà coinvolto in un viaggio tra stelle e corpi celesti, alla scoperta di come sia cambiato nei secoli il modo di osservare il cielo.
Si chiuderà domenica con tre diversi appuntamenti: alle 10,30, uno spettacolo itinerante di Manlio Speciale; alle 17,45 l’esito del laboratorio con i bambini e alle 19, i narratori.
Il biglietto costa 3 euro.