domenica, 17 Novembre 2024

Sabato porte aperte all’arte con ‘La notte dei musei’

In questa terza edizione aperti gratuitamente al pubblico 42 siti

Una notte al museo grazie all’iniziativa promossa dalla Provincia di Palermo e dall’Aapit. Tra sabato 19 e domenica 20 maggio, infatti, a partire dalle 19.30 e fino all’01.30, saranno aperti gratuitamente al pubblico 18 siti a Palermo e 24 in provincia, distribuiti in 20 comuni.
La nuova edizione di “La notte dei musei”, nell’ambito del circuito europeo “La nuit des musèes”, quest’anno propone 14 spazi espositivi in più rispetto allo scorso anno: si va dalle collezioni archeologiche del museo Salinas, ai quadri di Palazzo Abatellis o del ritrovato Palazzo S. Elia, ma anche i capolavori del “Mandralisca” di Cefalù e del Museo “Renato Guttuso” di Bagheria, o ancora le curiose collezioni di orologi di Bisacquino. “Si rinnova uno degli appuntamenti culturali più seguiti da palermitani e turisti – dice il presidente della Provincia, Francesco Musotto -. Dal 2005 ad oggi la manifestazione è cresciuta nel numero dei visitatori, dei siti coinvolti e delle offerte proposte, dimostrando che non occorrono eventi faraonici per richiamare i cittadini ma basta una gestione accorta ed efficace delle risorse del territorio”. Anche quest’anno sono previste iniziative collaterali di spettacolo, eno-gastronomia e intrattenimento: a Terrasini (Palazzo d’Aumale) si terrà un concerto di musica tradizionale; a Carini il Castello farà da scenario ad una rappresentazione teatrale dedicata alla leggenda della Baronessa di Carini; alla “Galleria CollezioneArea” a Palermo, dove sarà allestita la mostra di collezionismo “L’infanzia dai primi del ‘900 agli anni ’60”, verrà offerta una degustazione di vini siciliani. “In questi anni – aggiunge Salvatore Sammartano, assessore provinciale al Turismo e presidente dell’Aapit – La notte dei musei ha avuto il merito di portare la gente in luoghi affascinanti ma poco conosciuti, dando visibilità a tanti siti del territorio e contribuendo a creare nuovo fermento culturale anche nei centri più piccoli”.
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