Prendendo spunto dallo studio sugli effetti economici dei finanziamenti POR 2000-2006 sul ricettivo turistico elaborati dalla Direzione Generale dell’assessorato al Turismo, anche Ugo Rendo, vice presidente nazionale di Confindustria Alberghi e di Federtursimo Sicilia, ci invia una nota sul nostro tema “Sicilia, cosa vuoi fare da grande”.
“Ho letto con grande interesse – scrive Rendo – gli articoli di stampa nati dopo la pubblicazione di alcuni dati sugli effetti economici dei finanziamenti POR 2000-2006 sul ricettivo turistico elaborati dalla Direzione Generale dell’assessorato al Turismo. In realtà l’articolo del giornale non è molto chiaro in quanto si dice che dal 2002 al 2006 in Sicilia gli alberghi a 4 e 5 stelle sono arrivati a ben 200 strutture, ma non si dice da dove siamo partiti, ovvero il dato di partenza!
Inoltre l’articolo parla di un tasso di occupazione in riferimento al numero dei lavoratori che in realtà non esiste in nessuna statistica alberghiera e quindi semplicemente inesistente.
Ove mai l’articolista si voleva riferire al tasso occupazione letti, questo è assolutamente fuorviante in quanto in tutto il mondo turistico-economico-alberghiero, i tassi occupazioni delle strutture alberghiere sono in termini di percentuali mensili/annuali di camere occupate e poi in termini di ricavo medio per camera occupata e di rev par ovvero di ricavo medio per camera disponibile.
Ciò detto sarebbe veramente interessante prospettare al signor assessore di volersi fare carico di effettuare alla presenza dei suoi dirigenti e dei rispettivi consigli direttivi regionali ricettivi delle associazioni di categoria di una giornata di analisi dei dati a consuntivo di occupazione camere, arrivi, presenze, ammontare del ricettivo di qualità, del raffronto di questi con quelli di una regione come l’Emilia Romagna, decisamente all’avanguardia nel Turismo, (tutti i dati sono su internet) e solo dopo aver valutato questi dati, discusso delle prospettive economiche dei vari mercati di nostro interesse, verificato l’indice di turisticità dei nostri principali territori, ripeto, solo dopo aver analizzato tutto questo si può arrivare ad una prima sintesi del complesso problema.
Un esempio per tutti: è inutile fare polemiche e sofismi su un punto di percentuale in più o in meno e poi non verificare quale è il prezzo medio delle camere vendute. Questo dato ci dà l’indice di turisticità del territorio, ovvero quanto il turista è disposto a spendere per andare a pernottare in un dato territorio: il dato della Sicilia è veramente disarmante!
Andate sul sito dell’Aica oppure sul monitor mensile che esce sul Sole 24 ore e vedrete dati di ricavo medio per camera in Sicilia, nei vari anni, scoraggianti, tali da ritenere che gli imprenditori turistici siciliani sono coraggiosi a combattere da anni, spesso da soli, contro i mulini al vento in un territorio devastato da ataviche e storiche pubbliche inefficienze, da cittadini che non hanno mai avuto il senso civico e l’amore per la propria città e da una scuola di formazione troppo slegata dalla pratica quotidiana e con molto pressapochismo sulla conoscenza delle lingue!
Quindi prima l’analisi seria ed approfondita dei problemi e dopo, solo dopo, la sintesi, per quanto possibile condivisa.
Sicuramente usciranno dati ed informazioni interessanti sia sullo sviluppo del ricettivo sia sullo sviluppo turistico del territorio, da troppi anni lasciato al degrado dei singolo comuni, sempre più bisognosi di denaro per spese correnti e quasi inesistenti come spese in conto capitale. Che serve fare un eccezionale albergo a 5 stelle lusso, anche con campo di golf e poi vedere un degrado infinito attorno alla struttura? Assolutamente nulla, proprio nulla!
Ha ragione il signor assessore quando dice che si è speso una cifra immensa nella promozione con pochi risultati, ma proprio per questo occorre una giornata piena di studio ed analisi dei problemi; senza analisi, con la fretta, con studi che possono essere interpretati in diversi modi, con sirene che dilatano l’attenzione un giorno verso un singolo problema personale ed il giorno dopo verso un altro singolo interesse personale non si va da nessuna parte.
Una volta tanto questo popolo orgoglioso sia umile, perda il suo tempo a scambiare opinioni serie, serene, si prepari sull’argomento, non faccia, come sempre è stato, il “singolo”, ovvero “il mio mondo inizia e finisce dove ho il mio specifico ed unico interesse”, ma pensi in grande, in prospettiva, in futuro, pensi da qui a 10 anni, e faccia ipotesi sensate da sottoporre al sereno giudizio del potere politico che, per legge e per Statuto, è l’unico deputato a stabilire come spendere le risorse”.