Riceviamo e pubblichiamo una nota di Giovanni Calabrò, presidente Assoviaggi Confesercenti Siciliana, a commento della Conferenza regionale sul Turismo, conclusasi ieri.
"Spenti i fari sulla recentissima Conferenza regionale del Turismo, si cominciano a tirare le prime somme per quel che riguarda i contenuti. Se da un lato come è stato opportunamente e saggiamente evidenziato da Marco Salerno, dirigente generale del Dipartimento Turismo dell'assessorato regionale "la concertazione è fondamentale, anche nella programmazione degli eventi e degli interventi", dall'altra mi riesce di difficile comprensione quanto asserito dal titolare dell'assessorato regionale al Turismo, Daniele Tranchida quando parla di trasformazione del mercato turistico e sulla opportunità del dovuto adeguamento allo stesso da parte degli stessi operatori.
Come se non ce ne fossimo già accorti.
L'elemento che più mi ha colpito e che mi auguro possa essere smentito è proprio la frase ‘non possiamo chiudere internet per salvaguardare le agenzie di viaggio'. Assessore, non credo che qualcuno le abbia chiesto di fare ciò pur anche se lei fosse nelle condizioni di poterlo fare.
Piuttosto mi preoccupa che i cosiddetti tavoli tecnici settoriali, nel caso specifico quello riguardante proprio le agenzie di viaggio, non danno alcun segnale di attività o di possibile ripresa dopo un avvio incoraggiante.
La domanda sorge spontanea: se non si vuole portare avanti la volontà di normare e quindi codificare con regole certe quel variegato mondo delle adv – dove materialmente sono gli altri (soggetti europei) a determinare la governance sul nostro territorio – allora a chi ci dobbiamo rivolgere?
Forse al ministro Brambilla con l'ultima sua trovata del Codice del Turismo su cui ogni commento può risultare superfluo?
Allora sì che la suddetta affermazione dell'assessore avrebbe un suo chiaro motivo di essere. E se poi a questo aggiungiamo anche che qualcuno dovrebbe andare a prendersi la briga -non certamente le associazioni di categoria degli agenti di viaggio – di cercare di far attuare nuovi strumenti legislativi per favorire soggetti non legittimati ad operare come vere imprese turistiche, allora vuol dire che siamo arrivati "alla frutta" e che è proprio giunto il momento di cambiare mestiere. Come evidenziato in premessa i tavoli tecnici sono lì, ed il piatto piange".