Crociere fantasma, e se il cliente avesse perso fiducia nelle adv?

Riceviamo e volentieri pubblichiamo la nota di Dario Nicola Scuto, titolare della Scuto Viaggio, in cui commenta la notizia della truffa a danni di 400 palermitani a cui una falsa tour operator ha venduto crociere fantasma per una cifra di cira 80 mila euro.

“La notizia non è la prima e, purtroppo, non sarà certamente l’ultima – scrive Scuto – nella lunga serie del filone delle truffe. Fin qui non ci sarebbe nulla di nuovo, si tratta sempre di un cane che morde un uomo. A mio parere, raccogliendo le opinioni ed i commenti di molte delle quattrocento agenzie di viaggio del nostro gruppo, la notizia nasconde però l’inverso, l’uomo che morde il cane, fenomeno certamente anomalo.

 

Due cose colpiscono l’immaginario oltre la mera notizia in se. La prima che l’insano passaparola abbia potuto generare un così alto numero di adesioni. Siamo a tal proposito abituati a sentire di gruppetti di ragazzi, coppiette, singoli, che si avventurano sul web alla ricerca di soluzioni amene, come l’appartamento di capodanno o la villetta economica a Tenerife, e fin qui nulla di nuovo. Ma se ben quattrocento persone gettonano, senza alcuna garanzia, il finto prodotto di una nota compagnia croceristica, promosso da un soggetto senza arte né parte, anonimo e senza alcuna visibilità reale, ebbene a mio parere esso è un fenomeno di cui preoccuparsi davvero.

 

La seconda è che questa volta, in maniera difforme dai casi già descritti, a restare nella tela del ragno, meglio ancora a cacciarsi spontaneamente nella tela del ragno, pare siano stati insigni professionisti ed imprenditori, altro fenomeno estremamente preoccupante. Può un commercialista, che ben dovrebbe conoscere il valore e la trattazione economica, commerciale e fiscale, non accorgersi che un prezzo troppo “stracciato” non può che nascondere una brutta sorpresa? Può un avvocato esercitare un “incauto acquisto” anch’egli gettonando un prodotto inesistente senza tutelare se stesso come consiglierebbe ad un suo cliente di tutelarsi prima di una transazione? Ed un imprenditore edile, che a sua volta ben conosce il costo dei beni, e quali siano già nel suo settore i margini di guadagno ridotti all’osso, può a sua volta pensare di star facendo l’affare del secolo acquistando ad un prezzo completamente fuori mercato?

 

Sia ben chiaro, ai potenziali passeggeri rimasti con il trolley in mano va tutta la nostra solidarietà, tuttavia è bene rilevare che l’eccesso di credulità sulle potenzialità del web o sulla presenza di prezzi fantastici sul mercato, sta diventando un problema di ordine sociale che impatta sulla psicologia degli acquisti, non più meramente giuridico e non più occasionale. Più che un saso, sta diventando un trend. Ogni bene ha un suo valore medio, al di sotto del quale è probabile che l’eccesso di ribasso nasconda qualcosa invece di anomalo, così è per ogni bene merceologico, ed è possibile che tra quattrocento persone nessuno abbia subodorato l’inidoneità dell’affare?

 

Ciò mi porta di conseguenza a considerare un terzo aspetto, a mio avviso molto delicato. Ritenendo improbabile, se non impossibile, che nessuno di loro abbia confrontato il prezzo in una delle tante agenzie sul territorio, ottenendo prezzi ovviamente più cari ma del tutto reali, mi chiedo se questa manifestazione non nasconda in se anche la perdita di fiducia verso le agenzie di viaggi, ulteriore fenomeno sul quale il comparto farebbe bene ad interrogarsi elaborando migliori strategie di comunicazione verso il consumatore”.

 

 

editore:

This website uses cookies.