Silenzio assordante su erogazione contributi, dai ristori nazionali al See Sicily

Continuano a pervenire sollecitazioni alla nostra redazione tramite email e telefonate sia per quel che riguarda i ristori nazionali che sul See Sicily, l’iniziativa messa a punto dall’assessorato regionale al Turismo. L’ultima in ordine di tempo è quella di pervenuta da parte di Mario Rizzo, albergatore del Relais Villa Giuliana di Licata, che riportiamo di seguito.

Ad un mese dalla chiusura di alcuni bandi che avrebbero dovuto sostenere in tempi rapidi la liquidità delle imprese alberghiere e ristorative, si assiste alla totale assenza di notizie sull’erogazione degli stessi. Infatti per quegli ‘sprovveduti‘ imprenditori che come me, in regola con il DURC e i pagamenti vi hanno partecipato, il bando See Sicily, così come quello del Mipaf con il fondo ristorazione, ma anche i fondi IRFIS collegati al famoso decreto liquidità di Aprile, si sono trasformati in chimere su cui regna la più totale mancanza di informazioni o di contatti cui richiederle.

L’ultima beffa si è avuta con il decreto ristori di dicembre, che ha concesso i fondi solo ai codici ATECO 56.10 e seguenti, escludendo gli alberghi con ristorante, ATECO 55.10 come attività prevalente; come se tali strutture, tra cui la mia, non avessero ristorazione aperta al pubblico o prenotazioni per i pranzi di Natale, Capodanno ed Epifania, che avrebbero rappresentato piccole ma necessarie boccate di ossigeno.

Di fronte ad uno scenario che si prospetta apocalittico almeno fino ad aprile, che si somma alle perdite di fatturato che vanno dal 40 all’80% del 2020, chiedo ai responsabili di tali procedimenti se non sia il caso di bruciare tutte le tappe per arrivare all’erogazione in tempi brevissimi, onde permettere la sopravvivenza di centinaia di piccole aziende e dei loro dipendenti.

La nostra struttura continua a rimanere aperta e rappresenta per la clientela business l’unica
possibilità di livello per alloggio e ristorazione della zona, ma il sacrificio fatto in nome dell’ospitalità, in mancanza degli aiuti spettanti, rischia di trasformarsi in un inutile accanimento terapeutico a cui i ‘dottori‘ alti funzionari regionali e nazionali assistono con cinica indifferenza, coperti forse dalle loro inossidabili garanzie retributive“.

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