Riceviamo e volentieri pubblichiamo una nota firmata da Michelangelo Trebastoni in qualità di vice presidente nazionale di UnionTurismo e dirigente responsabile del servizio regionale turistico di Piazza Armerina in merito al ticket integrato e alla relativa promozione turistica della Villa Romana del Casale.
"Leggendo il prospetto afferente al prezzo dei biglietti d'ingresso nei siti archeologici di Sicilia, il cui costo va dai sei ai dieci euro al massimo, – scrive Trebastoni – quello riguardante la Villa Romana di Piazza Armerina è in atto il più esoso: quattordici euro (congiunto con Morgantina).
Oltremodo, il sito di contrada Casale non è fruibile al cento per cento, nonostante le decine di milioni di euro spesi, ed i gruppi, perlopiù, non vanno a Morgantina. Ma non voglio con questo offrire il fianco a facili e sterili polemiche.
Sarebbe opportuno ed importante, però, al fine di non azzerare il lavoro posto in essere negli ultimi anni dai nostri operatori turistici del territorio (agenti di viaggi e di servizi, guide turistiche, ristoratori, albergatori, titolari di b&b e di agriturismi), che si sforzano e si adoperano continuamente per procacciare nuove presenze – sottolinea – rivedere la tariffa imposta per non continuare ad assistere impotenti all'annullamento di prenotazioni da parte delle agenzie di viaggi da tutto il mondo. O veramente qualcuno crede che la Villa Romana si promuova da sé?
Le rivoluzioni si fanno dall'alto? E che rivoluzione è aumentare un biglietto? Nessuno ritiene – continua – che l'aumento coatto di una tariffa sia in qualche modo rivoluzionario rispetto a impegni e contratti assunti sulla base di riferimenti certi come i listini o prezzi e costi già pattuiti.
Sarebbe un gesto di grande equilibrio dei nostri governanti postergare di un anno l'aumento del biglietto d'ingresso, lasciando il tempo, così, ai nostri operatori e, più generalmente, a tutti i TO internazionali di concludere i nuovi contratti con la ‘novità'.
Se le cose vanno già male per colpa della globalizzazione, dei tassi di interesse, della U.E., degli indici di borsa, del Nasdaq, del PIL e quant'altro – aggiunge – non mettiamoci anche noi a fare i sofisti e i filosofi. I cambiamenti si annunciano e poi si realizzano, si informa preventivamente la "massa" della volontà di fare o non fare qualcosa, almeno nel settore del turismo, non fosse altro perché é l'unico comparto del mondo dove circola il cash, la moneta contante, poiché non sono graditi i pagherò, gli assegni post datati, le cambiali, etc…
Noi operatori turistici pubblici, sommessamente, possiamo solo da lontano offrire consigli gratuiti e non richiesti, pur nella impossibilità di aiutare chi opera da privato in questo dimenticato settore, dimenticati anche noi qui in periferia, senza budget, senza attrezzature, senza competenze vere, dovendo anticipare di tasca – conclude Trebastoni – anche i soldi per la posta".