Allarme di La Torre: a rischio 2mila lavoratori del turismo

Il sindacalista della Uiltucs: per fare cassa i Comuni tassano soprattutto il settore

"Da Taormina a Cefalù passando per Sciacca, i Comuni per fare cassa stanno imponendo un aumento della tassazione che ricade pesantemente sul settore turistico. Non è possibile che a pagare siano sempre gli stessi soggetti. Nell'Isola stimiamo circa 2 mila richieste di licenziamento nelle strutture alberghiere. Le parti sociali dovrebbero incontrarsi tempestivamente per arrivare a un'univoca strategia nel confronto con il nuovo governo regionale". E' l'appello del segretario regionale della Uiltucs, Pietro La Torre, che nei giorni scorsi ha già inviato una lettera alle federazioni regionali del turismo per istituire un tavolo tecnico in cui affrontare la pesante crisi che sta vivendo il settore del turismo in Sicilia.
"Non si possono sempre scaricare i costi della crisi sui dipendenti – spiega La Torre – dall'Imu alle tasse di soggiorno fino alla Tarsu, i Comuni in crisi stanno tentando di risolvere i problemi finanziari puntando su soggetti imprenditoriali in settori strategici come quello del turismo per fare cassa. Servono soluzioni immediate – conclude La Torre – in una logica unitaria con iniziative che ad esempio possano imporre ai Comuni, soprattutto quelli a vocazione turistica, percentuali di spesa dei loro bilanci vincolati ai servizi turistici".
E sulla serrata degli albergatori di Cefalù interviene anche Monica Genovese, segretaria generale della Filcams Cgil Sicilia: "chiediamo agli albergatori di tornare indietro sulla decisione e di fare una battaglia per una diversa politica del turismo da parte dei Comuni e della Regione, a partire dall'abbattimento della tassazione, penalizzante per un comparto già in crisi per il calo delle presenze".     

editore:

This website uses cookies.