Isola Femmine, da ex base Nato a ‘città della scienza’

Previsti acquario, percorso ambientalistico e ostello della gioventù

Da sito bellico a strumento di sviluppo turistico-economico. Un’area di 50 ettari e un chilometro di gallerie nelle viscere della montagna di Isola delle Femmine, fino al 1999 polveriera e hangar di un’ex base Nato, saranno convertiti in una delle più grandi “città della scienza” d’Europa per lo studio e la tutela della flora e della fauna del Mediterraneo, con annessi acquario, percorso ambientalistico, stazione di biologia marina e ostello della gioventù. Il tutto a pochi chilometri dall’aeroporto di Palermo. Il progetto, tramite un protocollo d’intesa, vede insieme l’assessorato regionale al Turismo e quello all’Ambiente, la Provincia di Palermo, il Comune di Isola delle Femmine, Confindustria Sicilia, Tecla e Unimed (che unisce le università del Mediterraneo). Il costo dell’opera, circa 100 milioni di euro, sarà coperto in parte da fondi europei e in parte da risorse dei partner. Lo studio di fattibilità sarà pronto a novembre. In questo quadro, l’intervento di Confindustria Sicilia mira a promuovere la nascita, attorno a questo centro scientifico-turistico internazionale, di un sistema che, fra strutture di ricerca, attività ricettive e indotto dei servizi, sia capace di assorbire circa tremila persone. “Il modello che sperimenteremo a Isola delle Femmine – spiega Ettore Artioli, vicepresidente di Confindustria per il Mezzogiorno – ci consentirà di proporre al cliente un’offerta esclusiva e affascinante. Costruiremo un’offerta di sistema che si diffonda nella conoscenza comune dei potenziali turisti stranieri come uno stile di vita naturale da provare per interpretare il nostro tessuto sociale e mutuarlo nella loro concezione quotidiana del benessere”.

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