La Rotta dei Fenici sogna il riconoscimento Unesco

E’ partita da Castelvetrano la proposta di candidatura Unesco, per la lista del patrimonio immateriale dell’Umanità, de “La Rotta dei Fenici”, uno degli Itinerari Culturali del Consiglio d’Europa di più antica creazione.

Sabato scorso, infatti, nella città del trapanese, il direttore della Fondazione Unesco Sicilia Aurelio Angelini ha incontrato i rappresentanti delle reti nazionali della Rotta di Spagna, Italia e Tunisia per discutere dell’ipotesi di candidatura. La proposta è quella di un itinerario che coinvolga tutti i paesi del Mediterraneo alla scoperta di un popolo di grandi marinai, esploratori e commercianti che hanno fatto del dialogo pacifico con le altre popolazioni la loro forza. Lungo La Rotta dei Fenici molti siti e patrimoni sono già stati inseriti nella Lista dell’Unesco, altri sono candidati, come per le Saline e Mozia. In totale i Paesi attualmente coinvolti sono 19, che hanno creato già una Confederazione internazionale composta da reti nazionali e trasversali.

“Il processo di certificazione Unesco – spiega Antonio Barone, direttore de La Rotta dei Fenici in Sicilia – ha delle buone prassi spesso non adeguatamente valorizzate ma che pure sono l’essenza della certificazione. Parliamo di strumenti di valorizzazione sostenibile, strategie e metodologie per far sì che gli attrattori turistico-culturali diventino risorsa per i territori interessati, punti di eccellenza e collettori del marchio Unesco che gode di una grande reputazione in termini di brand. Stiamo lavorando ad un Piano di Gestione basato sulle Buone Prassi Unesco, prima ancora della certificazione eventuale, al fine di mostrare quale sia il vantaggio reale della certificazione Unesco e di supportare la Fondazione Unesco Sicilia nel suo compito di monitoraggio dei siti certificati in Sicilia tramite un movimento di opinione e di implementazione delle conoscenze sui temi Unesco”.

“Per la Tunisia – aggiunge Walid Ben Cheikh Amed, presidente dell’associazione guide turistiche tunisina e rappresentante per la Tunisia della Rotta dei Fenici – è un traguardo molto importante perché vorremmo puntare ad un turismo culturale piuttosto che balneare come è stato finora. Abbiamo un patrimonio di tremila anni di storia da offrire e mettere a disposizione”.

 

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