Già nell’era preistorica le Madonie erano abitate. L’esempio più conosciuto della presenza dell’uomo sulle Madonie in età preistorica è senz’altro quello di contrada Balate presso Petralia Sottana, noto come “la Grotta del Vecchiuzzo”, uno stanziamento stabile datato dalla piena Età eneolitica e alla piena Età del bronzo.
All’antica Età del bronzo antico appartiene invece la prima fase del sito di Serra del Vento in territorio di Gangi, fra la fine del terzo millennio e la prima metà del secondo millennio a.C.. Tombe “a grotticella” o “a forno” dell’Età del bronzo sono presenti ancora in contrada Regiovanni-Zappaiello in territorio di Gangi e nel vicino sito di Monte Castellazzo di Casalgiordano in territorio di Blufi. Il territorio madonita appare dunque in vivace contatto con le realtà preistoriche più attive dell’isola, sebbene gli studiosi si spingano a individuare peculiarità proprie della produzione ceramica tanto da proporre la dizione “cultura di Isnello” per le grotte del Fico e della Chiusilla e di “stile di Petralia” per la Grotta del Vecchiuzzo. Un argomento, la preistoria nelle Madonie, ancora tutto da scoprire. Un argomento affascinante quello de “La preistoria nelle Madonie” che verrà affrontato da Sebastiano Tusa, archeologo e soprintendente del Mare, nel corso di una conferenza organizzata a Gangi in occasione dell’inaugurazione della nuova sede di SiciliAntica. L’appuntamento è per oggi, sabato 23 gennaio, alle 17.30 nella Chiesa della Badia.