Ritrovamento archeologico a Sutera

Importante ritrovamento archeologico a Sutera. Nel corso della manifestazione “Puliamo il buio”, autorizzata dalla Soprintendenza ai BB.CC.AA. di Caltanissetta e dal Comune di Sutera, gli speleologi de “Le Taddarite” hanno ritrovato un masso con incisa la “Triplice Cinta”.

Secondo Daniela Vullo, direttore della Sezione per i Beni Architettonici e Storico-Artistici della Soprintendenza BB.CC.AA. di Caltanissetta, “il ritrovamento ha notevole rilevanza poiché raffigurando uno dei simboli esoterici maggiormente diffusi in età medievale, “la triplice cinta”, ci fa ipotizzare la presenza in loco di una costruzione di tale epoca, presumibilmente una chiesa, ubicata non lontana dal luogo del ritrovamento. Infatti, a causa delle dimensioni e del peso del masso, è lecito ipotizzare che non sia stato trasportato da luoghi lontani bensì che provenga dal crollo di una struttura muraria vicina al luogo del ritrovamento e successivamente sia stato gettato all’interno dell’ipogeo. L’incisione potrebbe essere uno degli svariati “segni dei lapicidi” cioè il simbolo che lo scalpellino medievale apponeva sulla pietra lavorata con vari scopi, ad esempio di utilità (direzione, modalità di posa, etc…) oppure d’identità (segno di riconoscimento del lavoro effettuato). Il simbolo denominato “triplice cinta”, costituito da tre quadrati concentrici uniti da intersezioni perpendicolari, tuttavia da vari studiosi è associato all’Ordine dei Templari il cui compito era quello di proteggere i resti del sacro tempio di Salomone a Gerusalemme; secondo taluni rappresenta i due cortili concentrici collegati da porte del tempio di Gerusalemme. Quest’ultima ipotesi, sicuramente più suggestiva della precedente, farebbe pensare alla presenza di una chiesa dei templari nella zona del ritrovamento o limitrofa. Tra l’altro anche la presenza dei Carmelitani a Sutera, attestabile tra la fine del tredicesimo secolo e l’inizio del quattordicesimo, rimanda ai Templari il cui collegamento con l’Ordine è stato spesso ipotizzato. Il ritrovamento rimane tuttavia di notevole rilevanza storica ed archeologica e certamente costituisce il punto di partenza per ricerche archeologiche più approfondite nel sito di monte San Paolino dove, accreditate fonti storiche, attestano la presenza dell’antico castello di cui oggi rimane solo la memoria e del quale, probabilmente, l’ipogeo ove è stato recuperato il masso faceva parte.”

“Una scoperta straordinaria per Sutera – dice il sindaco Giuseppe Grizzanti – scoperta che va ad avvalorare la tesi che l’antico castello esiste ed era collocato nel pianoro sulla cima del monte San Paolino e che quella che viene comunemente chiamata “Nivera” era uno dei locali del castello, forse l’unico, che è rimasto quasi intatto”.

 

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