La giunta regionale ha approvato il disegno di legge che vieta le trivellazioni e ogni nuova attività estrattiva e di raffinazione sull’intero territorio regionale, comprese le isole minori. E dunque anche in Val di Noto. Il divieto opera anche nei casi in cui sono già stati rilasciati o comunque ottenuti i permessi e le concessioni per le trivellazioni. Restano escluse dal divieto le attività estrattive già in esercizio. Intanto il Consiglio di giustizia amministrativa (Cga) ha accolto il ricorso dell’assessorato regionale siciliano al Territorio e Ambiente contro la sentenza del Tar che aveva ritenuto legittima l’iniziativa della società texana Panther di non avvalersi della valutazione d’impatto ambientale per il pozzo di esplorazione Eureka est in Val di Noto. Secondo il Tar di Palermo l’assessorato aveva trasmesso in ritardo alla società americana la richiesta di valutazione ambientale facendo così scattare il silenzio-assenso in base al quale la Panther poteva attivare il pozzo. La decisione del Cga, ora, blocca le trivelle. Per Legambiente "vengono ripristinate le ragioni della tutela dell’ambiente che vanno verso un turismo eco-sostenibile affermando un modello di sviluppo che contempli la tutela e la valorizzazione delle sue bellezze naturali e dei suoi valori culturali". Soddisfatti anche i Verdi che reputano invece "ambiguo" il disegno di legge varato dalla giunta di governo. "Da un lato – si legge in una nota dei Verdi – il ddl dice che è vietata dall’entrata in vigore della legge, sull’intero territorio, ogni attività ma l’art. 4 lascia margini di ambiguità poiché recita: ‘dal divieto di scavare restano escluse le attività estrattive di coltivazione dei giacimenti già in esercizio alla data di entrata in vigore della legge’. Ciò significa che potrebbero trivellare prima dell’approvazione del ddl da parte dell’Assemblea regionale”.