venerdì, 22 Novembre 2024

Aeroviaggi: 40 anni di successi tra Sicilia e Sardegna

Sono tutti di segno positivo i numeri di Aeroviaggi che lo scorso 6 settembre ha compiuto 40 anni di attività festeggiati con un incremento di arrivi, di presenze e, quel che più conta, di fatturato.
Il fatturato del gruppo – che occupa stabilmente 90 dipendenti e circa 1.000 stagionali – raggiunge infatti quota 78 milioni di euro con un incremento del 4,8% rispetto allo scorso anno generato complessivamente dalle 12 strutture alberghiere, tra quelle gestite e le 9 di proprietà, di cui 5 in Sicilia e 4 in Sardegna.
Il mercato tradizionale di riferimento per Antonio Mangia, gran patron e presidente del gruppo, è come sempre quello francese, con flussi turistici provenienti da Parigi, Lione, Marsiglia, Toulouse, Bordeaux, Metz, Mulhouse e Deauville, oltre che quello nazionale, con voli speciali da Bergamo e voli di linea dagli altri aeroporti. Un mercato altamente fidelizzato grazie ai 32 voli settimanali di una catena charter che da aprile ad ottobre fa registrare, tutti i venerdì, circa 5.700 arrivi sugli aeroporti di Palermo, Catania ed Olbia per complessive 715.000 presenze – con un incremento del 7% rispetto lo scorso anno – di cui 234.00 in Sardegna e 481.00 in Sicilia. "Un investimento sul trasporto aereo di circa 32 milioni di euro – spiega Mangia – strategico ed indispensabile per compensare il limite strutturale delle due Isole".
La grande soddisfazione di Antonio Mangia si alterna però alla grande amarezza per ciò che potrebbe esprimere e fare la Sicilia. "Un esempio minimo ma significativo – aggiunge Mangia – arriva dal Top Resa di Parigi dove c'era solo lo stand di Aeroviaggi a rappresentare la Sicilia. Per non parlare della burocrazia, che scoraggia qualunque investimento, al pari della giustizia, con i suoi tempi biblici per risolvere le controversie, e il fisco che utilizza imprese e cittadino come un bancomat. Sono questi i mali principali  – conclude Mangia – per rilanciare le attività produttive ed il lavoro in genere".
Amarezza che, per Antonio Mangia, non vuol dire desiderio di mollare, bensì di rilanciare con nuove acquisizioni sui quali medita e che potrebbero a breve concretizzarsi. 

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