Allungamento delle stagionalità, trasversalità del turismo e candidatura a sito Unesco. E’ partita con il piede giusto la strategia univoca che gli stakeholder locali intendono mettere in atto per rilanciare lo sviluppo turistico del territorio trapanese alla prima convention sul turismo trasversale “Aspettando il solstizio d’inverno” organizzata dalla Camera di Commercio di Trapani e dalla Logos e che si concluderà domani, sabato 16 dicembre.
“Oggi è cambiato il modo di fare turismo – ha esordito Pino Pace, commissario della Camera di Commercio di Trapani – si guarda di più al turismo esperienziale, a un turismo più lento e quale modo migliore se non farlo nel nostro territorio ammirando uno dei nostri celebri tramonti sorseggiando il nostro vino di eccellenza? Ma per attrarre nuovi flussi di turisti abbiamo bisogno degli albergatori che devono tenere aperti gli alberghi tutto l’anno facendo così aumentare l’occupazione”.
“Se vogliamo fare turismo tutto l’anno – ha aggiunto Vittorio Messina, presidente Assoturismo – non basta tenere gli hotel aperti tutto l’anno, significa parlare con i sindaci perché non basta che noi facciamo pagare la tassa soggiorno, dobbiamo cambiare approccio nel fare turismo e smettere di essere provinciali. E anche ottenere il riconoscimento Unesco non basta. Dobbiamo anche fare in modo questo traguardo crei valore aggiunto per il territorio. Considerate, ad esempio, che il sito Unesco della Valle dei Templi attrae un milione di visitatori e quello delle città barocche della Val di Noto tre milioni di persone”.
Fuori dal coro la voce dell’imprenditore veneto Claudio Dario che con una decina di soci ha lanciato l’idea ambiziosa di un hotel aperto tutto l’anno. “Prima di essere un hotel, il Seawater Hotel Bio & Beauty SPA Marsala è un progetto per sviluppare i trattamenti a base di sale e soluzioni saline. Il sale è il cosiddetto farmaco orfano però è un bene prezioso di questo territorio, molto efficace per alcuni trattamenti. I trattamenti del sale e i percorsi del sale sia nelle saline che nella spa sono attività che possono essere fatte anche d’inverno. Per questo stiamo sviluppando una serie di servizi da proporre 365 giorni l’anno: una spa interna e il riscaldamento delle piscine esterne per allargare la stagione con la fruizione dei trattamenti benessere anche d’inverno dove i turisti possono godere di temperature miti e di un sole caldo anche fuori stagione”.
A proposito di trasversalità l’assessore regionale alle Attività produttive Edy Tamajo ha ricordato l’importanza dell’ultimo bando FARE IMPRESA, che serve a rafforzare la competitività delle imprese. “Nel bando, in cui c’è anche la linea che riguarda turismo e ristorazione, prevede agevolazioni a fondo perduto fino al 90 per cento per neo imprenditori, giovani e donne, che vogliono fare impresa nell’Isola. Per accedere alla misura, che vale 26 milioni di euro, non ci sarà nessun click day ma le domande potranno essere inserite su una piattaforma dedicata a partire da metà gennaio”.
Ludovico Giambrone, delegato dell’assessora regionale al Turismo, Elvira Amata ha ribadito “la sinergia con l’assessorato alle Attività produttive e in genere con tutti i rami dell’amministrazione che concorrono alla promozione del brand Sicilia, che appunto non solo può essere compito esclusivo dell’assessorato, secondo le indicazioni dell’assessora dal primo giorno del suo inserimento. Questa visione l’abbiamo concretizzata nel piano triennale di sviluppo turistico appena firmato e inviato alla giunta di governo per il successivo passaggio in quinta commissione”.
“Unicità, sostenibilità e innovazione sono i prerequisiti perché un territorio possa aspirare al riconoscimento Unesco – ha detto Giorgio Andrian, geografo ed esperto internazionale di candidature Unesco, ricordando che non ci sono saline nei siti Unesco siciliani -. Esistono quattro diversi tipi di riconoscimenti: patrimonio mondiale dell’umanità, geositi, città creative e biosfera. La Sicilia possiede già sette Siti Unesco patrimonio mondiale e due geositi mentre l’Italia è il paese che nel mondo può vantare il maggior numero di siti Unesco. Ecco perché oggi ottenere il riconoscimento Unesco è un percorso lungo che può durare anche sette anni e per cui serve uno studio di fattibilità che coinvolga l’intero territorio”.
Un percorso dunque che si annuncia particolarmente impegnativo ma su cui imprenditori del pubblico e del privato assicurano il loro supporto.