Al Mediterraneo servono grandi viaggiatori

A Travelexpo domenica scorsa il forum su “Cultura & buon gusto”

“Mentre l’informazione italiana è accusata di puntare soltanto sullo scoop, l’informazione turistico-culturale continua a soffrire di una marginalità… intellettuale. Questo nonostante l’Italia disponga di un enorme patrimonio architettonico e culturale di cui il 10% è dislocato in Sicilia. Tanto che il turismo culturale insieme al segmento balneare costituiscono il punto di forza del mercato turistico dell’Isola”. Ha esordito così Giacomo Glaviano, presidente Fijet Italia Flai, aprendo i lavori del Forum “Cultura & buon gusto al centro della comunicazione turistica”, che si è svolto domenica 30 marzo nell’ambito della decima edizione di Travelexpo presso l’Hotel Village di Città del Mare a Terrasini. Sulla stessa scia l’intervento di Tijani Haddad, presidente Fijet: “Il Mediterraneo accoglie circa 400 milioni di turisti grazie al fatto che il suo patrimonio culturale non è stato cancellato ma ancora oggi continua ad essere fonte di attrazione turistica. A differenza degli Usa, una nazione giovane che ha addirittura cancellato il patrimonio dei popoli che c’erano prima”. Quindi Haddad ha chiosato: “la cultura non ha frontiere e non è di nessuno”. Per Bent Parodi di Belsito, giornalista, scrittore e saggista, “Conoscere significa fare esperienza e, in questo contesto, il turismo rappresenta un veicolo di eccellente valore. Il punto di rottura sta nell’instaurare un rapporto emozionale con il paesaggio, con la cultura: esattamente quello che può fare, più che il semplice turista, il viaggiatore. Perché il turismo deve mirare alla compartecipazione dei popoli”.
Anche Antonio Barone, direttore de La Rotta dei Fenici Itinerario Culturale del Consiglio d'Europa, si è soffermato sul rapporto tra turismo e cultura. “Oggi il turismo ‘disneyfica’ il territorio, quando invece dovrebbe significare andare alla scoperta di sé stessi, come un viaggio dentro la propria anima. Purtroppo, però, oggi il turismo sta distruggendo il patrimonio culturale, come a Pompei, dove è rimasto solo il 14% di quello che esisteva prima: tutto il resto è stato distrutto dal turismo. Per questo oggi non è più possibile sfruttare il patrimonio ma è necessario orientarsi verso un suo sviluppo ‘sostenibile’. Un nuovo modo di promuovere il patrimonio è quello che sta facendo la Rotta dei Fenici. Perché il Mediterraneo non ha bisogno di grandi numeri ma di grandi viaggiatori. Per cui è necessario selezionare i viaggiatori puntando più alla qualità che alla loro quantità”.
Tra i prossimi obiettivi della Rotta dei Fenici la realizzazione di un unico catalogo che metta in rete gli operatori dei territori che ricadono dentro la Rotta e La Route de Jasmin che tra il 3 e il 18 agosto toccherà i porti di Tolone, Cabras, Cagliari, Trapani, che sarà la sponda africana considerato che il porto di Biserte in Tunisia è in restauro, per arrivare sino a La Caletta, ancora in Sardegna.
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