A Castelnuovo d’Avane (Arezzo) si è svolta la cerimonia di chiusura è della fase progettuale del bando dei 20 borghi voluto dal Mic e l’apertura della fase attuativa che porterà alla rinascita del paese: entro il 2026 vi sorgeranno, spiega la Regione, tre musei, spazi pubblici rigenerati, giardini, luoghi della memoria, residenze turistiche, tra cui un albergo diffuso, residenze private e imprese, botteghe artigianali, abitazioni dedicate al social housing e ai giovani.
Due anni fa la Regione scelse Castelnuovo d’Avane tra altri 42 luoghi candidati come “unico ed esemplare rappresentante per la Toscana per il progetto finanziato per 20 milioni dal Pnrr”. Il progetto è finalizzato, si afferma, a salvaguardare “le peculiarità” del borgo, “proiettandolo al contempo verso una dimensione più fruibile e capace di attrarre turisti, capitali, nomadi digitali, artigiani e nuovi abitanti”. La sua storia è legata anche all’estrazione della lignite xiloide che ne caratterizzò l’economia già da metà del 1800 fino alla nascita del progetto Santa Barbara, nel 1956, con lo scavo della lignite a cielo aperto che decretò la demolizione di case, chiese e un castello, portando lo stesso abitato di Castelnuovo ad un passo dal franare.
Per questo motivo negli anni Settanta l’intero abitato venne evacuato e ricostruito in un’altra località vicina chiamata Camonti. “Castelnuovo, con la sua storia impegnativa, è il luogo ideale per scrivere una pagina fortemente innovativa di rinascita”, un progetto incentrato “sul recupero di qualità con il quale tra l’altro sperimentiamo il metodo con cui approcciarsi ai Comuni della Toscana Diffusa”, le parole di Giani. Per il sindaco da oggi il paese di Castelnuovo, “parzialmente scomparso, inizierà a rinascere”. Di importanza definita fondamentale “nel percorso di rinascita” del paese anche la collaborazione con Enel produzione che curerà progettazione e realizzazione di una strada di collegamento dalla strada provinciale delle Miniere.