Migliaia di disdette in poche: è quanto sta accadendo alle Terme Euganee, in provincia di Padova. Il nuovo dpcm impone la chiusura di piscine e centri termali, escludendo “quelli con presidio sanitario obbligatorio o che effettuano l’erogazione delle prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza”. Il comprensorio termale delle terme Euganee, il più grande d’Europa, conta più di 110 alberghi accreditati al Servizio Sanitario Nazionale che hanno l’obbligo di avere un direttore sanitario e medici visitatori.
“Dopo la conferenza stampa del premier – afferma Umberto Carraro, presidente de Consorzio Veneto Terme Colli – abbiamo ricevuto migliaia di disdette da parte di chi pensava che le nostre strutturare avrebbero chiuso. I nostri alberghi, i nostri centri termali e le nostre piscine, rispondono a rigorosi protocolli medico-sanitari, abbiamo direttori sanitari e medici che sottopongono l’ospite che vuole fare i trattamenti fango terapici a scrupolose visite. Fino a questo momento non abbiamo mai avuto problemi, chi viene da noi vuole certamente rilassarsi ma anche sfruttare tutti i fattori benefici della nostra acqua ipertermale”.
Il comparto termale, messo già in ginocchio dal mancato arrivo di turisti stranieri e dalla recente decisione del governo tedesco di istituire l’obbligo di quarantena per chi rientra dall’Italia, rischia ora di non rialzarsi più. “I danni subiti – conclude Carraro – sono di diverse decine di milioni di euro. Fino a questo momento abbiamo rispettato i protocolli, pensando in primis alla salute dei nostri ospiti e non abbiamo registrato alcuna criticità. Da parte del Governo serve chiarezza perché se no rischiamo di avere ancor più danni”.
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