Carnevale Venezia in crisi tra paura acqua alta e coronavirus

Alberghi semideserti e disdette a pochi giorni dall’avvio del Carnevale di Venezia.
“Non è colpa solo del coronavirus e della psicosi che l’accompagna”, osserva Claudio Scarpa, presidente degli albergatori di Venezia che ricorda “la pubblicità negativa fatta dalla stampa estera scrivendo dell’acqua alta. Nelle settimane del Carnevale – spiega – il tasso di occupazione degli alberghi raggiunge il 100%, ora siamo ad una flessione del 30%”.
Un periodo nero che ha preso il via dal 12 novembre 2019 con quell’eccezionale marea che ha stravolto la città lagunare, la cui onda lunga è proseguita fino ad oggi e a cui si è aggiunta la piaga del coronavirus. “Il Coronavirus – spiega Scarpa – si riflette sul turismo cinese che sceglie Venezia solo per il 3%. La grossa fetta è invece rappresentata dal resto del mondo, specie degli Usa dove il pensiero principale è ‘restiamo a casa’. Dove ci si sente più sicuri, mentre mettersi in viaggio è un pericolo. La paura di viaggiare – osserva – ha messo in crisi qualsiasi paese, non solo l’Italia. È un problema planetario”.
L’immagine dell’acqua alta, finita e stravolta dalla stampa estera, è un tarlo che Scarpa vuole estirpare a tutti i costi. “Abbiamo invitato 50 giornalisti di ogni nazione, dalla Turchia, Canada, Australia, Giappone, Francia, Russia – rileva Scarpa – per far vedere che la città è in ordine, che tutto funziona, che l’acqua alta non c’è. Arriveranno qui e saranno nostri ospiti per due giorni. Per il Coronavirus non possiamo far niente, per l’altro aspetto sì”.

editore:

This website uses cookies.