lunedì, 23 Dicembre 2024

Il congressuale vale 200 milioni in Sicilia

Il Sicilia Convention Bureau presentati i dati dell’Osservatorio congressuale siciliano 2012

1.484 richieste, di cui 941 eventi confermati e 543 richieste di eventi poi non confermati. Il Sicilia Convention Bureau ha presentato a Siracusa i dati dell'Osservatorio Congressuale Siciliano 2012, seconda edizione della ricerca realizzata in collaborazione con UniCredit.
Gli eventi censiti e confermati si sono svolti soprattutto a Catania (563), Palermo (125), Agrigento (117), Taormina (93) e nelle altre province siciliane con numeri decisamente inferiori. Le location predilette e scelte per lo svolgimento degli eventi sono meeting hotel (777), resort congressuali (100), dimore storiche (17), centri congressi e sedi pubbliche con numeri assai inferiori.
La provenienza geografica della committenza dell'evento vede in testa l'Italia (858), seguita da Usa (21), Francia (12), Inghilterra (8), Germania (8) e a seguire Belgio, Israele, Svizzera.
Gli 858 eventi confermati di provenienza Italia sono stati acquisiti da agenzie italiane (321), agenzie siciliane (61) e direttamente dal cliente finale (476).
La tipologia degli eventi confermati vede una prevalenza di meeting aziendali (24%), seguita da congressi (18,3%), conferenze (13,1%), presentazione e lancio di prodotti (10,8%), viaggio incentive (9,1%), meeting associativo (6,9%), eventi sportivi (4,8%), convention (3,8%) e altre tipologie (7,5%).
Il settore merceologico prevalente è quello medico/scientifico (23,1%) seguito dalla grande distribuzione (20,3%).
La suddivisione per mese degli eventi confermati nel 2012 conferma il trend registrato nel 2011, con una prevalenza di eventi nei mesi di aprile e maggio, seguiti da gennaio e ottobre. Si è registrato, rispetto al 2011, un aumento notevole degli eventi con durata di un giorno (pari a 535). Nel 2012 si è registrato un aumento degli eventi con un numero di delegati che vanno da 10 a 49 (pari a 479) e da 50 a 99 (187) in proporzione a quelli censiti nel 2011.
I 941 eventi confermati hanno coinvolto 91.604 delegati per 56.120 pernottamenti, con un fatturato generato pari ad oltre 23,7 milioni di euro.
"Stimiamo che i 941 eventi svolti e censiti dal nostro Osservatorio – ha sottolineato Maja de'Simoni, direttore generale di Sicilia Convention Bureau – rappresentino circa il 25% del mercato complessivo siciliano. Pertanto il fatturato della filiera congressuale si attesta a circa 100 milioni di euro che anche nel 2011 erano stati stimati come la grandezza totale del comparto. Tutti gli studi internazionali rilevano che l'indotto corrisponde a circa una volta il fatturato diretto e pertanto è presumibile che complessivamente il comparto del turismo congressuale possa valere circa 200 milioni di euro per l'intera regione. I dati che ad una prima analisi, sia per la durata degli eventi, sia per la committenza soprattutto regionale e italiana, non sembrano positivi, sono in realtà in linea con le tendenze europee, di contrazione generale delle spesa e della durata in giornate, con un privilegio di meeting sul suolo nazionale e un coinvolgimento di un minor numero di partecipanti per evento. Un'analisi dei trend – ha concluso – ci porta ad essere quindi prudenzialmente ottimisti, poiché la destinazione non sembra perdere molto, rispetto alla situazione generale, fatto che fa ben sperare in una ripresa, qualora ci sia una sinergia da parte di tutti gli attori per una programmazione strategica dello sviluppo turistico della regione, con un focus importante sul segmento congressuale e degli eventi ".
Vincenzo Tumminello, nuovo presidente di Sicilia Convention Bureau, si è invece soffermato sulle motivazioni che hanno portato a non confermare gli eventi. "La motivazione ricorrente – ha spiegato – è quella della mancanza di collegamenti aerei diretti e di collegamenti stradali disagevoli (45,7%), seguita dal rapporto qualità/prezzo non competitivo (27,8%). Questo evidenzia che i principali competitor della Sicilia sono nell'area del Mediterraneo e in Italia. Infatti gli eventi che non sono stati acquisiti dalla Sicilia sono andati principalmente in Spagna, Marocco e Grecia per quanto riguarda i Paesi esteri e Campania, Sardegna e Puglia per quanto riguarda le altre regioni italiane".

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