Arrivano le prime reazioni alla chiusura del Sicilia Convention Bureau, anticipata su travelnostop.com ieri mattina e poi confermata con una nota ufficiale firmata dallo stesso Scb, nota che abbiamo riportato per intero nella news “Il turismo siciliano perde il Sicilia Convention Bureau“.
“Gli imprenditori siciliani del turismo – scrive Salvo Zappalà alla nostra redazione – traditi dalla politica regionale e locale. Siamo al terzo tentativo, forse l’ultimo e comunque occorrerà un altro decennio prima che le imprese tornino a sedersi attorno ad un tavolo di concertazione. C’è voglia di aggregazione, e gli imprenditori siciliani lo hanno dimostrato per ben tre volte, negli ultimi trent’anni: con l’Etna Convention Bureau, con la legge 135 sui distretti turistici, con Sicilia Convention Bureau ma in tutti e tre i casi la volontà delle imprese non ha trovato terreno fertile nella politica. La politica ha paura delle aggregazioni, qualcuno tende a dividerci per volontà o per ignavia? Eppure tutti siamo consapevoli del valore della cooperazione tra pubblico ed imprese private. Il progressista presidente della Regione Musumeci ha alzato il muro del silenzio. La camera di commercio di CT.SR.RG, ha trasformato il primo entusiasmo in un muro di gomma. Nessuna risposta è giunta, decretando di fatto la fine del Sicilia Convention Bureau. Cosa dobbiamo pensare? Ora non ci sono più scusanti, noi c’eravamo con entusiasmo, fatti e il denaro. Assistiamo ancora una volta al triste epilogo di una morte annunciata, i sistemi massonici nel silenzio della loro pseudo fratellanza dimostrano di essere più forti di 130 imprese messe insieme nel nome dello sviluppo economico e del turismo in Sicilia”.
Di tutt’altro tenore il commento di Camillo Il Grande: “Leggo con gioia (permettetelo) che il Scb chiude. Ritengo che sia una vergogna che una società abbia potuto lavorare in violazione della concorrenza con le agenzie di viaggio. La Regione non ha mai voluto verificare i requisiti della società che si frapponeva all’esercizio delle attività delle imprese turistiche cioè le agenzie di viaggi siciliane. Ditemi che non è vero che il SCB non incassava compensi per l’attività di impresa turistica. Ma quello che mi dispiace di più è che le associazioni degli adv mentre trovano il “pelo” per il fenomeno dei piccoli abusivi dall’altra parte consentono ad un colosso come il SCB (organizzato dall’Unicredit) di far loro barba e capelli”.