martedì, 26 Novembre 2024

Cresce il turismo nei parchi, bene le aree protette siciliane

Il settore alimenta un giro di affari da 10,9 miliardi di euro, in aumento del 3% in un anno

Oltre 101 milioni di presenze turistiche nei parchi italiani, con una crescita del 2% l'anno, quasi il doppio dell'aumento registrato dal turismo in Italia nell'ultimo anno. Il dato è stato reso noto a Palermo nel corso del convegno "Parchi come luogo di incontro tra green economy e green society", secondo appuntamento verso la conferenza nazionale prevista per l'11 e il 12 dicembre a Roma. 
All'incontro palermitano il Consorzio Aaster ha presentato un rapporto dal quale emerge l'importantissimo ruolo svolto dal turismo legato alla natura nelle 871 aree protette italiane per lo sviluppo sostenibile e l'occupazione. Si tratta di un giro di affari da 10,9 miliardi di euro, con un più 3% in un anno. I parchi che attraggono più turisti sono: quello di Abruzzo, Lazio e Molise, il Gran Paradiso, lo Stelvio, le Cinque Terre, le Dolomiti Bellunesi, il Pollino, le Foreste Casentinesi, la Majella, la Sila.
A livello regionale il maggior contributo dei parchi al turismo e all'economia viene a sorpresa dalle maltrattate aree protette siciliane dove le attività ricreative pesano per l'89% sull'offerta complessiva dei parchi. Seguono la Puglia con il 78,1% e la Calabria con il 77,9%. Invece nei parchi del Lazio si investe di più nelle produzioni tipiche (6,55% delle attività economiche) e il Molise è primo per offerta formativa (il 19% dell'offerta totale delle sue aree protette), con un indice molto alto di attività legate alla produzione di gadget (il 66% dell'offerta dei parchi della regione).
Al convegno ha partecipato anche il ministro dell'Ambiente Andrea Orlando. "Il turismo – ha detto – non esaurisce certo il significato del sistema dei parchi, anche nell'ambito della loro valorizzazione in termini di green economy. I parchi sono la nostra riserva strategica di aria, acqua, biodiversità: sono un valore in sé".
Per il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza, invece, "è urgente un cambio di direzione non solo dai parchi nazionali ma anche a livello locale: il caso della Sicilia è in questo senso emblematico poiché in questa regione è urgente rafforzare e consolidare il sistema delle aree naturali protette, a partire dalle riserve regionali che costituiscono una specificità di assoluto rilievo nel panorama nazionale. L'esperienza siciliana infatti, si qualifica per l'affidamento alle associazioni ambientaliste della gestione di riserve naturali di grande interesse con risultati di assoluto rilievo. Basti pensare alla Riserva Naturale dell'Isola di Lampedusa, affidata a Legambiente nel 1995, che oggi registra oltre 100 mila visitatori l'anno e che nel 2013 ha avuto un importante riconoscimento con la Spiaggia dei Conigli eletta dai turisti di Tripadvisor come spiaggia più bella del mondo. Purtroppo però, in questo contesto, i preventivati tagli al bilancio regionale, che peraltro si susseguono da tempo, costituiscono una scelta insensata e inaccettabile che rischia di vanificare i risultati conseguiti in questi anni".

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