“La Sovrintendenza speciale e il Grande Progetto Pompei stanno facendo il massimo, però colgo l’occasione per chiarire: ogni tanto sembra che spesi i 100 milioni di euro europei sia risolto il problema Pompei. Non è così. Sarà sempre un cantiere aperto perché sono 66 ettari (44 scavati e 22 da scavare) esposti a cielo aperto e quindi sarà sempre necessario un lavoro di manutenzione e restauro”. Ad affermarlo Dario Franceschini, ministro di beni culturali e turismo rispondendo ad un’interrogazione sui lavori di restauro e messa in sicurezza del sito archeologico di Pompei del deputato Raffaele Calabrò di Area Popolare (Ndc-Udc).
“Gli interventi a Pompei – spiega il ministro – si stanno facendo in modo consistente rispettando le regole europee e rispettando i tempi europei. Ad oggi sono stati banditi interventi per un totale di 96,2 milioni di euro, il piano della conoscenza è stato bandito (8 milioni di euro), sono 3 i cantieri conclusi, sono 9 i cantieri aperti, sono 6 le gare aggiudicate, sono 13 le gare con la procedura di attivamento in corso, è avviato il piano della sicurezza”.
“A Pompei la Sovrintendenza ha attivato un accordo con i pompieri per vigilare il più possibile sulle situazioni di emergenza e, grazie all’accordo che abbiamo stipulato con Finmeccanica un anno fa, tutta l’area è sottoposta al controllo satellitare per verificare gli smottamenti dei terreni ma rispetto a questi ultimi episodi di smottamento dovuti alla pioggia nemmeno il satellite ha rilevato possibili cedimenti a dimostrazione che è stato un fatto improvviso e non prevedibile”, ha detto Franceschini che ha ricordato che i lavori di messa in sicurezza interessano l’Insula I e una porzione dell’Insula II ma non interverranno al momento in questo luogo perché si aspettava, ed è arrivata, con un intervento del Grande Progetto Pompei il rilevamento del fronte meridionale della collina.