UberPop si ritira dal mercato francese. Thibaud Simphal, direttore generale della divisione transalpina del colosso Usa, ha annunciato la sospensione del controverso servizio che consente a qualsiasi cittadino di improvvisarsi tassista.
Entusiasta il premier Manuel Valls. “Quella dei tassisti – ha avvertito – è una professione che ha bisogno di regole, non della legge della giungla, con uno schiavismo che sarebbe quello dei tempi moderni”. Ora però l’obiettivo del governo è passare dalla sospensione allo stop definitivo. Anche se è attesa per settembre la solenne decisione sulle sorti di UberPop del Consiglio costituzionale.
Dopo una folle settimana di scontri a ripetizione, con lo sciopero dei tassisti segnato dalle violenze, Parigi paralizzata dai tassisti infuriati, e il successivo fermo giudiziario di Simphal e del suo collega responsabile per l’Europa, Pierre-Dimitri Gore-Coty – entrambi rinviati a giudizio dopo l’estate – l’app sembra dunque piegarsi al muro di proteste della Francia.
Simphal, che ora rischia fino ad un anno di carcere per le sue responsabilità nella creazione di quella che viene bollata come una “organizzazione fuorilegge”, assicura tuttavia di non voler abbandonare il progetto. “Siamo probabilmente l’azienda cresciuta più rapidamente nella storia dell’umanità. Ci sono ancora tante cose belle da fare. Di noi si dibatte dappertutto, questo viene dal successo e dalla potenza di un’idea”.