sabato, 23 Novembre 2024

Una carta di Kyoto per città d’arte, a cominciare da Firenze

Discriminatorio il numero chiuso per i turisti in città come Firenze, prese d’assalto. Meglio pensare a pass che offrano vantaggi e dal prezzo relativamente contenuto, per far concorrere il numero più alto di persone alla sostenibilità degli afflussi di viaggiatori che producono ricchezza ma pure costano, in servizi ma non solo. E’ quanto suggerisce l’economista e già ministro del Tesoro Piero Barucci, che ha coordinato la ricerca ‘Caratteri e sostenibilità del turismo nelle città d’arte: il caso Firenze’, promossa dalla Fondazione Cesifin.

Per Barucci è forse poi arrivato il momento di pensare a una ‘Kyoto del turismo’ per le città d’arte, non solo Firenze, una sorta di carta dei doveri del turista, un breve elenco dei comportamenti che deve tenere. “Sarebbe maturo il tempo per lanciare una ‘Kyoto del turismo’ – sottolinea – seppure limitata a quelle località o paesi interessati da un turismo attratto da risorse storico-artistiche. Sarebbe già un bel risultato se Firenze riuscisse nell’obiettivo di aggregare politicamente le volontà delle città storiche artistiche che gravitano sul Mediterraneo, di contribuire così a dare concretezza alle indicazioni Unesco”.  

Punto di partenza è un record, provvisorio: nel 2014, al netto dei cosiddetti ‘escursionisti’, stimati in 4,5 milioni, che visitano la città ma non vi alloggiano, Firenze ha totalizzato oltre 3 milioni di arrivi e poco meno di 9 milioni di presenze. Turisti che si concentrano in un’area ristrettissima – il chilometro ‘d’oro’, da piazza del Carmine a Ss. Annunziata dove è racchiusa l’offerta ‘premium’ della città – e che affollano un numero ristretto dei 71 musei cittadini: 7 hanno oltre 500.000 ingressi annuali, 11 tra i 200.000 e i 500.000, dei rimanenti, 45 stanno sotto i 20.000.     

 

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