Attorno alla Piramide 38° Parallelo di Mauro Staccioli, l’atmosfera è da girone infernale: ovunque ulivi bruciati, terra riarsa, cactus bruciacchiati, un odore acre che cresce con i passi, una desolazione immensa al posto della natura rigogliosa di poche settimane fa. E così il Rito della Luce, che si ripete ogni anno e che anche stavolta ha portato alla Piramide migliaia di persone, assume i contorni di una veglia silenziosa per la montagna distrutta dagli incendi di qualche giorno fa.
“Maledetto chi non sa porsi a scudo della propria terra”: è un grido quello di Antonio Presti, raccolto dagli artisti, dai ballerini, dai musicisti. Un popolo vestito di bianco, fantasmi sul nero della terra. “Chi non sa difendere la propria terra, non ha alcun diritto di abitarla – dice Antonio Presti -. E non mi riferisco solo a chi brucia, ma anche a chi non capisce che deve impedirlo: non è degna di essere definita tale, una classe politica che non riesce a creare i presupposti di una tutela del territorio, facendo diventare il fuoco, un affare. La Fondazione Fiumara d’arte si impegna a piantare, insieme ai bambini delle scuole del territorio, cento alberi”.
Dal canto suo, il sindaco di Motta d’Affermo, Nunzio Marinaro, guarda ringrazia Antonio Presti “che ha trasformato la data più importante di Motta d’Affermo, il Rito della Luce in una giornata di riflessione sui diritti di cittadinanza che i piromani vogliono distruggere”.
£Spero che venga presa in considerazione – ha aggiunto – la richiesta che il Consiglio comunale e la Giunta di Motta hanno avanzato per il riconoscimento dello stato di calamità naturale per l’intero territorio colpito dagli incendi”. E proprio il sindaco racconta della prima scultura restaurata di Fiumara d’arte, “Energia Mediterranea” (L’onda blu di Antonio di Palma), lambita dal fuoco e necessaria di un nuovo intervento.
Poco prima, all’Atelier sul mare, il museo albergo che Antonio Presti ha creato a Castel di Tusa, è stata inaugurata una nuova stanza: “IO SONO IL BLU”, pensata dallo stesso Presti e dal giornalista Ottavio Cappellani. Oltre al testo “Io sono il blu” – affisso su una delle pareti e firmato da Cappellani -, lo scrittore ha voluto far nascere un nuovo scritto, che i visitatori potranno trovare tra le lenzuola del letto posto al centro della stanza. La stanza tutta blu è colma di luce, ogni oggetto o complemento – luci, applique, grucce, mobili, specchi – è avvolto dal colore: un’immersione a 360 gradi che conduce d uno spazio esterno; qui, sotto una cupola che richiama il cielo, un secondo letto, rivolto verso il mare, restituisce un’altra visione di questo ‘essere’ blu.