giovedì, 18 Luglio 2024

Aeroporti: Ronchi, sfiorata una nuova Linate

Ala spezzata da un autocarro, carburante sulla pista e passeggeri scesi con gli svivoli

Un gran Botto, forte e secco, un aereo con l’ ala spezzata, il carburante a fiotti sulla pista, 97 persone chiuse nella carlinga: la tragedia dell’ 8 ottobre 2001 a Linate, con i suoi 118 morti e le carenze nei sistemi di sicurezza, è tornata stamani come uno spettro all’ aeroporto di Ronchi dei Legionari-Trieste. Un aereo MD 80 dell’ Alitalia, con 91 passeggeri (fra i quali Lucio Dalla) e sei persone di equipaggio, si è scontrato con un autocarro mentre si spostava lentamente dalla pista di atterraggio verso il piazzale dell’ aeroporto. La punta dell’ala destra si è spezzata; il carburante ha invaso la pista; la paura di un incendio è scesa sull’ aeroporto. Pochi istanti: il comandante dell’ aereo ha fatto scattare l’emergenza; gli scivoli sono spuntati fuori dall’ aereo; i passeggeri, un pò sorpresi, un po’ spaventati, sono scivolati giù a terra. Con una decina di contusioni (nessuna grave) e una clamorosa ‘culata’, quella di Lucio Dalla, al quale ”un’ hostess super efficiente – le parole sono le sue – ha sottratto il portabiti” sul quale voleva sedersi per scivolar giù ed
”evitare una gran botta alla chiappa destra”. ”Ho sentito un gran botto”, è il racconto del cantante, a Trieste per presentare il suo musical ‘Tosca, un amore disperato’. ”Ho pensato che fosse scoppiata una gomma e, invece – continua Dalla – ho visto l’ ala spezzata e il carburante uscire a fiotti. Non c’ è stata paura, nè panico, ma stupore, sorpresa”, incredulità per la conclusione di un volo che, fino a quel momento, era andato benissimo, ”con un atterraggio perfetto – racconta il giornalista Alberto Statera, direttore del quotidiano ‘Il Piccolo’ di Trieste, anche lui a bordo – e l’ aereo che rullava tranquillo verso il piazzale di parcheggio”. Lo scontro è avvenuto sulla bretella (denominata ‘Bravo’) che collega la pista di atterraggio e decollo con il piazzale di sosta dell’ aeroporto. Sia l’ aereo (partito da Roma Fiumicino alle 9:25 e atterrato alle 10:43 a Ronchi, per il volo AZ 1357), sia l’ autocarro – ha stabilito l’ Enav (Ente Nazionale di Assistenza al Volo) – erano in movimento. In quel punto dell’ aeroporto da alcuni mesi sono in corso i lavori per l’ ampliamento del piazzale di sosta. Quel raccordo doveva essere ”funzionante e libero da mezzi di servizio”, ha spiegato senza mezzi termini l’ Alitalia. Dopo l’ incidente di Trieste, l’ Enac ha detto chiaro e tondo che è necessaria ”una riflessione severa sull’ efficienza delle società di gestione aeroportuali e sulla qualità degli investimenti effettuati in tale ambito”. Quello di Trieste, infatti, è – per ammissione dello stesso presidente della società di gestione dell’ aeroporto, Elio De Anna – un ”incidente grave, serio, da non sottovalutare” che per fortuna non ha avuto ”conseguenze ben più gravi per i passeggeri” e che imporrà – sono sempre parole di De Anna – l’ assunzione di responsabilità precise, individuali o collettive. Per accertarle sono già state avviate cinque inchieste: dall’Enav, dall’ Enac, dall’ Ansv (Agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo), dall’ Alitalia e dalla Procura della Repubblica di Gorizia, che ha già posto sotto sequestro l’ aereo, l’ autocarro, il cantiere per l’ allargamento del piazzale di sosta e la pista sulla quale è avvenuto l’ incidente.

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