domenica, 7 Luglio 2024

Ferrovie, l’Assemblea slitta al 18 maggio

Il Governo prende tempo, mentre monta il toto-nomine

Ancora un rinvio per il rebus nomine alle Ferrovie dello Stato. L’assemblea degli azionisti, convocata per ieri pomeriggio dal 29 aprile scorso, è stata
riaggiornata al 18 maggio. Otto giorni di tempo in più per il governo per sciogliere il sempre più complicato nodo della successione di Giancarlo Cimoli, nuovo supermanager dell’Alitalia. Un nulla di fatto che conferma quindi le anticipazioni del fine settimana su un possibile slittamento di qualche giorno,
attraverso l’utilizzo da parte del governo della proroga di 45 giorni di tempo prevista dalla legge nel caso delle aziende pubbliche. Il tempo tecnico a disposizione dell’esecutivo sposterebbe il limite fino a metà giugno, ma la volontà del governo sembra quella di chiudere la partita presto, se
possibile già in settimana. Lo scoglio resterebbe la nomina dell’amministratore delegato sulla cui poltrona si aggrovigliano veti incrociati. Stoppato sembra infatti il candidato proposto da Cimoli, Roberto Renon, amministratore delegato di Trenitalia. Renon sarebbe incappato in un veto irremovibile di Lunardi che
riterrebbe troppo contiguo alla gestione Cimoli. Analoga sorte per Stefano Parisi, direttore generale uscente di Confindustria, la cui candidatura avrebbe incontrato difficoltà. Resta in pista il nome di Pietro Ciucci, amministratore delegato della Stretto di Messina, in pole fino alla scorsa settimana, sostenuto soprattutto da Pietro Lunardi che ne apprezzerebbe soprattutto il lavoro svolto alla società Stretto di Messina. Ma anche la sua quotazione, nella girandola del toto-nomine, sembrerebbe in lieve ripiegamento. Nel tentativo di superare l’impasse, accanto a Ciucci spuntano nelle ultime ore altri candidati, per lo più nomi circolati anche nelle scorse settimane. Nella rosa dei papaibili rientra così Massimo Caputi, attuale amministratore delegato di Sviluppo Italia, che non dispiacerebbe – riferiscono alcune voci – al ministro dell’Economia. Altre indiscrezioni puntano invece in Fulvio Conti, attuale direttore finanziario dell’Enel, sul quale però, come nel caso di Renon, peserebbe di fronte al giudizio di Lunardi la vicinanza con Cimoli. L’accordo sul nuovo ticket alle Ferrovie dovrà passare per un pre-accordo tra Tremonti e Lunardi: per legge la nomina dei vertici spetta all’azionista di riferimento, il Tesoro, di concerto con il responsabile delle Infrastrutture. Nei casi di Caputi e Conti si tratta di esperti manager finanziari privi però di competenze di settore: se la scelta finale dovesse ricadere su uno dei due, il quadro andrebbe completato con nomine ‘tecniche’ per le controllate, Trenitalia, Rfi, e soprattutto Cargo, settore da tempo in sofferenza per Fs. Se per la poltrona di ad il governo sembra non riuscire a trovare ancora la quadra, più tranquilla appare la posizione di Marco Staderini (Inpdap), da settimane indisturbato candidato
alla presidenza in quota Udc. Altro ingresso probabile quello di Marco Zanichelli – amministratore delegato di Alitalia per soli 70 giorni – nel cda della holding, board attualmente a 4 componenti che dovrebbe comunque restare di numero esiguo.

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