La crisi economica peserà anche quest'anno sulle vacanze estive degli italiani. Si fa sempre più consistente, infatti, la quota di chi ha deciso di rinunciare alle vacanze o di ridurne molto la durata. Secondo un recentissimo sondaggio Isnart, si aggira intorno al 15% la quota di italiani che pensa di non andare in vacanza nel corso del 2012 mentre quelli che pensano di farlo sicuramente non sono più del 50%. Tra coloro che dichiarano di fare vacanza, il 22% pensa ad un periodo comunque più corto dello scorso anno. I motivi? Per il 70% del campione non si parte per le "difficoltà economiche" o addirittura per il fatto di essere "non occupati".
Tra coloro che invece continuano ad andare in vacanza, è rilevante la percentuale di chi sceglie sistemazioni meno costose. Le case di proprietà o di parenti/amici costituiscono la soluzione "ricettiva" per circa il 30% dei vacanzieri; coloro che scelgono la tradizionale sistemazione alberghiera di buon livello (tre o quattro stelle) sono al di sotto del 20%, in calo rispetto al 2011. Risultano anche in forte aumento i turisti che scelgono soluzioni ricettive nell'ambito dell'extralberghiero, pur con tendenze piuttosto diverse da caso a caso.
Quanto alle strategie che gli operatori del turismo possono attuare per resistere di fronte agli scenari in atto, secondo l'Istituto di ricerche, per il sistema alberghiero la strada maestra pare senz'altro quella di un deciso rafforzamento organizzativo e miglioramento dell'offerta per catturare il notevole potenziale rappresentato dalla domanda estera, che al contrario di quella interna, è molto 'tonica' e dovrebbe continuare ad esserlo anche in futuro. Tagliare i prezzi, invece, secondo Isnart, non porta lontano perché la parte di domanda con reddito limitato cerca soluzioni radicalmente meno costose o, come mostrano i dati, tende addirittura ad uscire dal mercato.
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