Fare diventare turisti anche coloro che arrivano in Sicilia per altri motivi. E’ questo l’obiettivo che intendono perseguire gli assessorati regionali all’Ambiente, all’Agricoltura e al Turismo, emerso nel corso del “Nero d’Avola festival 2005”, che si e’ tenuto nei giorni scorsi ad Erice (in provincia di Trapani). Se chi venisse in Sicilia, usufruisse anche dei servizi turistici, si attiverebbero infatti proficui circuiti economici, che renderebbero piu’ roseo l’attuale panorama del settore. E in questo senso un ruolo strategico possono assumere le cantine. Da una stima effettuata sui frequentatori delle varie manifestazioni turistiche legate al vino in Italia, infatti, si calcola che i turisti eno-gastronomici sono circa quattro milioni e generano un fatturato di oltre due miliardi di euro l’anno. Previsioni piu’ ampie, inoltre, indicano che sono circa dieci milioni gli italiani potenzialmente interessati a pacchetti-vacanze collegati a manifestazioni, eventi, soggiorni enoturistici. Il Censis Servizi, inoltre, ha calcolato che dieci euro spesi in cantina equivalgono a cinquanta di ricaduta sul territorio. La spesa media, infatti, e’ di venticinque euro per l’acquisto di bottiglie e quasi il doppio in prodotti tipici. “La cantina ha affermato l’ideatore del progetto enoturistico Nero d’Avola festival, Sandro Tatano – non vende soltanto vino, ma comunica e promuove un territorio di cui e’ l’espressione. Infatti assieme al vino, e’ il territorio il protagonista della mission di una cantina, in quanto questa ha le capacita’ di valorizzare e promuoverne la potenzialita’ economico-sociali, attraverso una preziosa agenda ricca di appuntamenti: mostre, concorsi, concerti, degustazioni, serate di letteratura, conferenze, visite, itinerari, laboratori di arte e cucina”.