sabato, 20 Luglio 2024

Emergenza Alitalia, Cimoli primo imputato

Rutelli: “Guardiamo all’Oriente per cercare nuovi partner”

Aggravata dalla diffusione dei dati della semestrale e dal crollo in Borsa di mercoledì è vera emergenza per Alitalia. E ieri dal Governo, alla politica, ai sindacati, tantissimi hanno chiesto la testa del numero uno della compagnia, Giancarlo Cimoli. A questo punto la questione sarà affrontata dal premier Romano Prodi che, una volta rientrato dalla Cina, la dovrà riesaminare insieme al ministro dell’Economia, Tommaso Padoa-Schioppa, che agli inizi di agosto aveva riconfermato la fiducia a Cimoli. Per il vice premier Francesco Rutelli, “per Alitalia serve un progetto di ristrutturazione condiviso, forte e coraggioso condotto da gente competente”. Una soluzione vincente secondo il ministro potrebbe essere “scegliere un alleato non europeo perché gli europei sono più forti di Alitalia e la conquisterebbero. Meglio sarebbe un alleato asiatico che ci porta passeggeri da Oriente”. Un percorso già indicato dal ministro Bianchi (“i mercati dell’Estremo Oriente sono uno degli obiettivi essenziali per una grande compagnia, diversamente chiudersi in Europa sarebbe come chiudersi in un Paese”) e dal viceministro ai Trasporti, il Ds Cesare De Piccoli (“occorrono soci industriali, preferibilmente italiani, per gestire e rilanciare l’azienda e affiancare a Cimoli un nuovo direttore generale, con esperienza nel settore, magari a livello internazionale e, per una volta, senza cercarlo nelle Ferrovie”). Per il titolare delle Infrastrutture Di Pietro, “chi sta al vertice non è in grado di gestire l’azienda e va rimosso per inadempienza”. D’accordo il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, per il quale Alitalia è a un punto di non ritorno “per colpa di chi l’ha condotta a questo punto” e i dati della compagnia “danno ragione al sindacato che diceva che quelli forniti dall’azienda non corrispondevano a quelli reali”.

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