sabato, 23 Novembre 2024

Riggio: troppi 4 aeroporti in Sicilia, ne bastano la metà

Quattro aeroporti in Sicilia sono troppi. Ne basterebbero due, Catania e Palermo, con due sole società di gestione che inglobi da una parte Comiso e dall’altra Trapani. Non ha dubbi il presidente dell’Enac Vito Riggio che non vede sviluppo per i due scali minori della Sicilia orientale e occidentale. In una intervista rilasciata al Gds, Riggio conferma quanto peraltro già emerge dai bilanci di Comiso e Trapani. I costi sono troppo alti per la gestione dei due scali e per raggiungere il pareggio di bilancio bisognerebbe fare almeno un milione di passeggeri l’anno. Comiso è lontanissimo da questa soglia, Trapani non ci arriva anche perchè Ryanair, che agisce praticamente in una condizione di quasi monopolio a Birgi, ha tagliato molti voli e molti dei comuni del trapanese non vogliono coprire le spese di mantenimento dello scalo.

Inoltre, secondo Riggio non è certo merito dei quattro aeroporti se la Sicilia negli ultimi tempi sta conoscendo un vero boom del turismo. Per Riggio, piuttosto, la crescita è da imputare a “uno stato di necessità che ha imposto la chiusura di molte mete concorrenziali per la Sicilia nel Mediterraneo. Senza particolari meriti il meridione sta conoscendo un aumento esponenziale dei flussi turistici ma servono infrastrutture, strade e alberghi, per competere con altre località. Oltre agli aeroporti servono strutture di collegamento”.

Ma il deputato regionale del Pd ed ex sindaco di Comiso, Pippo Digiacomo, difende a spada tratta l’aeroporto ibleo. “Mi pare il caso d’informare il presidente dell’Enac – dice Digiacomo – che sarebbe auspicabile che privatizzasse Catania, ancora in mano a enti pubblici che certo un ruolo devono avere nella gestione, ma non di management, anziché profondersi in queste stucchevoli previsioni di sventura che gli sento fare da anni e che ormai non sortiscono altro effetto. Proceda – aggiunge il deputato del Pd – autorevolmente, invece, nell’intimare alla Sac la privatizzazione della società di gestione e poi vediamo se l’imprenditore privato chiude Comiso o non lo valorizza adeguatamente”.

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