giovedì, 19 Dicembre 2024

Allarme abusivismo, Assoturismo: il ‘tourist gap’ è di 225 mln di presenze

L’abusivismo colpisce sempre di più anche il turismo: nel 2016 oltre 225 milioni di presenze sono state assorbite da strutture al di fuori della ricettività ufficiale, più della metà delle presenze ufficiali registrate da Istat (397,8 milioni). A stimare il dato per Assoturismo è Cst. Il risultato è appunto una discrepanza – una sorta di Tourist Gap – di 225,6 milioni di presenze, di cui solo una piccola parte è riferibile alle seconde case di proprietà: il grosso delle presenze si è realizzato tramite affitti in nero, b&b abusivi e altri operatori irregolari, frequenti soprattutto nel turismo religioso ed aziendale.

Il fenomeno sembra essersi acutizzato nel corso di questa estate, limitando fortemente le ricadute positive di una stagione che ha registrato flussi turistici in aumento in ogni parte d’Italia. Secondo i dati dell’indagine realizzata dal Centro Studi Turistici, per conto di Confesercenti-Assoturismo, su un campione di 2.350 strutture ricettive: complessivamente, quest’estate si è registrato un aumento di oltre 7,6 milioni di pernottamenti (+3,7%) e di oltre 1,9 milioni di arrivi (+4,1%), risultati al di sopra delle nostre stesse attese.

“La stagione estiva di quest’anno è stata positiva per il turismo, con presenze ufficiali in aumento del 3,7% – spiega Vittorio Messina, presidente di Assoturismo – Purtroppo però è stata un’estate da record anche per gli irregolari, ed è chiaro ormai che il settore viva un’emergenza abusivismo, come confermato anche dai controlli svolti dalla Guardia di Finanza quest’estate. Case vacanze-pollaio, affitti in nero e simili – conclude Messina – non sono solo un problema per gli operatori in regola, che ne subiscono la concorrenza sleale. Sono un danno per tutti: per l’erario e per la salute pubblica e la sicurezza dei turisti. Un fronte, questo, da valutare attentamente. Avere oltre 225 milioni di presenze sommerse vuol dire lasciare milioni di turisti a loro stessi. Un rischio, soprattutto in un momento in cui, di fronte a flussi in aumento, si moltiplicano episodi di cronaca che raccontano violenze nei confronti dei visitatori stranieri e italiani. Una situazione inaccettabile, amplificata dalla mancanza di sicurezza legata al sommerso e che rischia di essere una bomba per il settore e per la nostra capacità di attirare turisti. Per questo stiamo valutando l’opportunità di costituirci parte civile nei confronti dei violenti”.

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