sabato, 23 Novembre 2024

Nepal, troppi incidenti sull’Everest e autorità vietano scalate in solitaria

Da quest’anno gli scalatori di tutto il mondo non potranno più cimentarsi sull’Everest da soli. A deciderlo le autorità del Nepal nel tentativo di limitare gli incidenti sulle sue montagne. D’ora in avanti il ‘tetto del mondo’ sarà off limits anche per gli scalatori non vedenti e coloro che hanno subito l’amputazione di entrambe le gambe. Una misura questa che ha già scatenato la rabbia di molti alpinisti che l’hanno definita “discriminatoria”, secondo quanto riportato dalla Bbc.

“Scalerò il monte Everest indipendentemente dalle decisioni che prenderanno le autorità. Niente è impossibile”, ha scritto su Facebook Hari Budha Magar, ex militare che ha perso entrambe le gambe quando era dispiegato in Afghanistan ed ha lanciato su internet una campagna per diventare il primo scalatore mutilato dal ginocchio in su a conquistare la cima.
L’associazione del turismo nepalese si difende e spiega che le nuove regole sono state pensate per rendere le scalate più sicure e diminuire il numero dei morti. Il 2017 è stato l’anno record nei tentativi di raggiungere la vetta più alta del mondo (8.848 metri) ma, purtroppo, si sono registrate anche sei vittime. Tra loro lo scalatore 85enne Min Bahadur Sherchan, che stava cercando di riguadagnare il titolo di alpinista più anziano del mondo sulla cima dell’Everest, e lo svizzero Ueli Steck, detto ‘Swiss machine’, che stava salendo ‘in solitaria’.
In base alle nuove regole inoltre gli scalatori stranieri dovranno farsi accompagnare da una guida, decisione presa dalle autorità del Nepal con l’intenzione di creare più posti di lavori per i nepalesi. Dal 1920 a oggi sono morte sull’Everest 200 persone. Secondo le statistiche dell’Himalaya Databese ottenute dalla Bbc nel 2015, la prima causa di morte sono le valanghe (29% degli scalatori), seguita dalle cadute (il 23%).

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