martedì, 26 Novembre 2024

Negli utlimi 10 anni è cresciuto il turismo in VdA ma cala la permanenza media

Il settore turistico valdostano gode di buona salute. A rivelarlo una ricerca presentata Palazzo regionale dall’agenzia di management e marketing TurismOK nel corso del convegno ’10 anni di cambiamenti nel turismo – evoluzione e trend nel settore’.

“Quando si parla di dati turistici si pensa esclusivamente ai flussi: attenzione però perché in genere sono disponibili dopo 2 mesi e vengono consolidati dall’Istat dopo 12 mesi. Inoltre, spesso si tratta di dati aggregati, non precisi o fondati, falsati magari da eventi locali – commenta Jean-Paul Tournoud, esperto in statistica e responsabile di TurismOK- Insomma, se raccogliere i dati non è semplice, anche analizzarli non lo è. “Il fenomeno turistico dipende da tantissimi fattori, come ad esempio chi considero ‘turista’, dal territorio di riferimento e dall’operatore a cui poniamo la questione”.

I dati forniti dalla Regione Valle d’Aosta presi in considerazione ed elaborati da TurismOK parlano chiaro: dal 2007 al 2017 gli arrivi sono aumentati del 42%, passando da 882.130 a 1.252.570, mentre le presenze sono salite del 13,3% (da 3.176.099 a 3.599.797).

Fanno registrare un trend positivo anche il numero di strutture ricettive (+22,7%, passando da 999 del 1.226) e di posti letto (+8,3%, salendo da 51.137 a 55.364), così come anche l’occupazione lorda (su posti letto, +4,7%). L’unico valore negativo risulta essere la permanenza media, scesa da 3,60 a 2,87 notti, cioè un calo del 20,2%.

“In esintesi possiamo concludere che l’appeal della Valle d’Aosta è in aumento – ha spiegato Jean-Paul Tournoud – anche se è evidente la necessità di lavorare, di più e meglio, sulla promo commercializzazione, soprattutto online”.
In merito al calo della permanenza media, Tournoud non la ritiene “necessariamente una criticità, e comunque si tratta di un calo generalizzato ed in linea con quello delle principali località turistiche montane, mentre reputa l’occupazione netta “ancora bassa, cosa che rende evidente il bisogno di lavorare sul management turistico”.

Entrando nel dettaglio, con riferimento ai dati 2017 forniti sempre dalla Regione, il Comune con più esercizi (99) e posti letto (5.901) è Courmayeur, mentre quelli più scarni sono Saint-Denis e Oyace (1 esercizio) e di nuovo Oyace (10 posti letto). Per quanto riguarda la permanenza media Pila si piazza al primo posto con 4,7 notti contro l’1,5 di Bard, mentre l’occupazione netta (calcolata su giornate letto rispondenti, ndr) e lorda raggiunge il suo massimo a Jovençan (55,7% e 39,7%) e il suo minimo a Emarese (2,7% e 7,5%).

Iinteressanti sono i dati riguardanti l’offerta ricettiva: se negli ultimi 17 anni, quindi tornando ancora più indietro nel tempo, il saldo apertura/chiusura degli alberghi fa segnare un -15%, con oltre 60 alberghi chiusi, le strutture extralberghiere hanno fatto registrare un aumento esponenziale, con i Bed&Breakfast che sono saliti da 1 nel 2000 a 235 nel 2017. Di conseguenza i posti letto, in questo arco temporale, sono scesi da 19.232 a 17.959 sul comparto alberghiero, mentre sono passati da 6 a 954 sul fronte B&B. A riequilibrare i conti ci sono però le case e appartamenti per vacanze, passate da 12 a 79 negli ultimi 5 anni, con un aumento del 119%. L’effetto Airbnb, quindi, si fa sentire eccome, anche in Valle d’Aosta.

Tra i dati culturali più interessanti spicca il +150% fatto registrare negli ultimi di 10 anni dagli accessi annui al Forte di Bard (da 150.000 a 350.000), così come quelli ai castelli valdostani (+22%).

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