giovedì, 19 Dicembre 2024

Fondi per restyling di due ferrovie storiche: si punta allo slow tourism

Sicilia protagonista dei lavori propedeutici agli interventi sulle linee storiche gestite dalla Fondazione FS italiane. Le linee saranno interamente recuperate utilizzando i 435 milioni di euro stanziati dal ministero della Cultura, in collaborazione con la Fondazione FS italiane e realizzati tramite Rete Ferroviarie Italiana. A termine dell’intervento sarà possibile far circolare i treni che permetteranno di nuovo ai viaggiatori di scoprire scorci panoramici da anni non più visitati. Il progetto rientra nel piano di promozione del turismo lento che mette in connessione le ferrovie storiche, i cammini e le ciclovie. Due delle tre tratte protagoniste di questo primo stralcio sono siciliane e sono la Alcantara-Randazzo e la Noto-Pachino, loltre alla Gioia del Colle-Rocchetta.

Come ribadito più volte dal Ministro della Cultura, Dario Franceschini: “Il potenziamento delle linee ferroviarie storiche, dei cammini e degli itinerari culturali saranno fondamentali per lo sviluppo e la valorizzazione in chiave culturale delle aree interne”.

I treni storici sono composti da locomotive a vapore, diesel o elettriche d’epoca al traino di carrozze di varie epoche storiche, e da automotrici in livrea originale. Su tutti gli itinerari, inoltre in composizione al treno c’è un bagagliaio adibito al trasporto gratuito di biciclette, proprio per consentire il trasporto intermodale, sempre in una modalità lenta e sostenibile.

La tratta *Randazzo-Alcantara*, estesa per circa 37 km, collegava il versante settentrionale dell’Etna con la linea costiera ionica Messina-Catania. Si dirama dalla stazione di Alcantara, ancora oggi in esercizio sulla linea Messina-Catania, e prima di raggiungere Randazzo segue la valle del fiume Alcantara, in un percorso tortuoso e quasi del tutto in salita lungo il quale si incontrano 13 viadotti e otto gallerie. Fu concepita già alla fine del XIX secolo, ma realizzata solo tra il 1928 e il 1959. Interrotta da una colata lavica nel 1981 e ripristinata due anni dopo, fu chiusa nei primi anni 90. La linea è sempre stata gestita in economia e a carattere locale, senza mai essere utilizzata appieno. Tuttavia, il suo potenziale turistico è indubbio: il tracciato della ferrovia passa a pochi metri dalle famose gole dell’Alcantara, in località Fondaco Motta, un sito di particolare valore ambientale e meta di importanti flussi di viaggiatori.

La ferrovia *Noto-Pachino*, lunga 27,5 km, fu inaugurata nel 1935 e sospesa all’esercizio il 1° gennaio 1986. Collega la splendida capitale del barocco, Noto, con Pachino, la stazione più meridionale della Penisola, attraversando luoghi unici, tra il mare e la macchia mediterranea, lambendo l’area archeologica dell’antica città greca di Eloro e la Villa romana del Tellaro. Dopo Noto Bagni, attraversa la Riserva naturale e Oasi faunistica di Vendicari, per poi toccare il territorio del borgo marinaro di Marzamemi. I cantieri di RFI dedicati alla bonifica e sfalcio della sede ferroviaria, avviati lo scorso 25 gennaio, hanno interessato diversi chilometri della tratta, invasa per decenni da rovi e rifiuti. Per il ripristino dell’intero tracciato è prevista una spesa di 40 milioni di euro che consentirà la piena fruibilità della tratta e il restauro delle originali architetture delle stazioni.

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