sabato, 23 Novembre 2024

Pandemia e guerra frenano turismo, sindacati scrivono a Messina

Un incontro urgente per affrontare la nuova emergenza che rischia di investire il settore del turismo in Sicilia, che sembrava pronto a rilanciarsi dopo essere stato colpito dalla pandemia ma si prepara a subire i contraccolpi della guerra in Ucraina. Lo chiedono in una nota indirizzata all’assessore al Turismo, Manlio Messina, le segreterie regionali di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil.

I sindacati, per voce di Monia Caiolo, Giusi Sferruzza e Marianna Flauto, chiedono di “condividere le azioni da mettere in campo per evitare ulteriori perdite occupazionali all’interno della filiera turistica”. A riguardo, con riferimento al Programma triennale di sviluppo turistico 2021-2023, elaborato esattamente un anno fa, i sindacati ritengono utile “un confronto di merito su quanto è stato nel frattempo attuato e le linee programmatiche da portare a compimento da qui al 2023. Un confronto che, certamente, ha la necessità di vedere, in fase immediatamente successiva, il coinvolgimento di tutti gli attori della filiera turistica e degli assessorati regionali che inevitabilmente ne sono coinvolti, attraverso la convocazione di un apposito tavolo tecnico”.

Secondo Filcams, Fisascat e Uiltucs “l’industria turistica è fondamentale nella composizione del Pil della nostra regione, ma oggi più che mai necessita di politiche strategiche di settore, di esprimere un lavoro di qualità, stabile, dignitoso e sicuro”. I sindacati ritengono fondamentale affrontare l’emergenza stagionali: “I precari del turismo hanno perso mesi di lavoro senza percepire alcun reddito e negli ultimi anni non riescono a svolgere attività per periodi più lunghi di tre, quattro mesi, a fronte dei 6/8 mesi dei periodi ante Covid, non riuscendo dunque a maturare il periodo utile alla fruizione della naspi a totale copertura del periodo di non lavoro. La Regione intervenga anche pensando alla costituzione di un apposito fondo straordinario per questa platea dì lavoratori”.

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