sabato, 21 Dicembre 2024

Braccio di ferro Italia-Ue sui balneari, Meloni prende tempo

Il governo cerca una difficile via d’uscita sulla vicenda dei balneari. Ma la strada è strettissima tra il braccio di ferro con Bruxelles, le tensioni dei partiti di maggioranza e quelle degli imprenditori del settore. L’Ue aspetta che l’Italia batta un colpo. La Commissione europea – fa sapere un portavoce dell’esecutivo Ue – è “in contatto con le autorità italiane” anche in vista dell’attuazione dei loro impegni”. “Stiamo seguendo molto da vicino” – si spiega – le “recenti discussioni sulla riforma della legge sulla concorrenza e anche quale potrebbe essere l’impatto” per le “concessioni balneari”. E d’altra parte Bruxelles, in un incontro che si è tenuto la scorsa settimana tra il ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto e il commissario per il Mercato interno, Thierry Breton, ha fatto capire di non transigere sulla messa a gara degli stabilimenti.

Una posizione netta di fronte alla quale la premier Meloni, da sempre critica sulla direttiva Bolkestein, al momento, prende tempo. Il presidente del Consiglio prospetta, a questo punto un “intervento strutturale” che salvaguardi anche gli imprenditori ma “va capito – aggiunge – se sia più efficace la proroga o altre soluzioni”.

Di qui la richiesta che sarebbe stata recapitata agli azzurri e ai leghisti per il ritiro dell’emendamento al decreto milleproroghe che allunga di due anni le concessioni senza bando. Con Fi e Lega che, però fanno muro sul punto, così come sulle gare. “Ciò che di strutturale si può fare – dice l’ex ministro Gian Marco Centinaio – va benissimo. Se è per portare a gara le concessioni diciamo ‘no grazie’, ma se è per far capire all’Europa che gli stabilimenti balneari non sono un servizio e quindi sono fuori dalla direttiva Bolkestein, siamo disponibili”.

Si proverà a trovare il filo in una riunione di maggioranza che – secondo quanto si apprende – si dovrebbe tenere nelle prossime ore con il ministro Raffaele Fitto (che incontrerà anche i balneari) ma alla quale non sarebbe esclusa anche la partecipazione della premier. Meloni prende tempo ma non manca di punzecchiare la commissione su un altro fronte: “La preoccupazione che ho – dice replicando a chi le chiede dei rischi di concorrenza sleale da parte della Germania – è che la Commissione europea pensi di poter affrontare il problema del rischio della scarsa competitività delle nostre aziende solamente con l’allentamento della normativa sugli aiuti di Stato” che “produce una maggiore possibilità per gli Stati che hanno maggiore disponibilità fiscale”.

Intanto i balneari possono contare su quella che sembra decisamente un’arma in più nel confronto con il governo. Da Bruxelles arriva – infatti – il chiarimento che le concessioni non fanno parte formalmente degli obiettivi del Pnrr. Una posizione sulla quale tutte le associazioni del settore manifestano “soddisfazione”.

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