giovedì, 19 Dicembre 2024

Nevica sempre meno, Legambiente stila top 10 buone pratiche

In montagna, complice l’accelerata della crisi climatica, nevica sempre di meno. Il risultato è che gli oltre 5mila km di piste da sci italiane – 5.771 quelli sulle Alpi italiane e 710 km quelli sugli Appennini – vivono soprattutto grazie all’innevamento artificiale, una pratica insostenibile che comporta ingenti consumi d’acqua, d’energia e di suolo in territori di pregio naturalistico. Eppure, ripensare il turismo montano invernale in chiave sostenibile, andando oltre la monocultura dello sci in pista, è qualcosa di possibile da realizzare.

Lo dimostra la top ten delle dieci best pratices che Legambiente, in vista della giornata mondiale della neve, che si è celebrata ieri, domenica 21 gennaio, ha presentato con un’anteprima del report Nevediversa 2024 in uscita in primavera.
Dalle Alpi agli Appennini ecco come si può innovare l’offerta turistica nel segno di un turismo montano invernale sostenibile: tra gli esempi si va dal modello Valle Maira alle Dolomiti Paganella Future Lab, dalla cooperativa di comunità Valle dei Cavalieri nel parco nazionale dell’appennino tosco emiliano all’associazione Cammina Sila, in Calabria, nel cuore dell’altopiano silano al comprensorio Broncu Spina (NU) agli esempi austrici e svizzeri Legambiente.
Dieci storie che arrivano dalle Alpi, incluse quelle svizzere e austriache, e dalla dorsale appenninica e che ci parlano di un nuovo modello di abitare e vivere la montagna nel pieno dell’era dei cambiamenti climatici e dove il filo conduttore è la capacità di innovare l’offerta turistica, diversificandone le attività in armonia con la valorizzazione dell’ambiente naturale, delle professionalità e del patrimonio storico e architettonico di quei luoghi.
“La crisi climatica in atto ci impone di ripensare il turismo invernale montano – dicono da Legambiente -. In montagna nevica sempre meno, aumentano costi e consumi per innevare artificialmente gli oltre 5mila km di piste da sci e il Ministero del Turismo stanzia 148 milioni per finanziare gli impianti di risalita contro i 4 milioni messi a disposizione per la promozione dell’ecoturismo. Servono maggiori risorse economiche per il turismo sostenibile, stanziare le risorse per il PNACC e replicare quelle buone pratiche promotrici di un nuovo futuro per il turismo invernale ad alta quota”.

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