venerdì, 22 Novembre 2024

See Sicily, per la Regione ‘buco’ da 10,7 milioni

SeeSicily, il piano per risollevare il turismo dell’isola messo in ginocchio dal Covid, ha già provocato un buco di 10,7 milioni di euro. È il totale delle spese «rettificate», e dunque «non ammissibili», su 33,5 milioni di fondi certificati, che la Commissione Ue non riconoscerà alla Regione. Che però li ha già spesi. Come del resto ha fatto con un’altra parte di risorse – quasi 10 milioni – non ancora sottoposta a verifica e adesso a rischio di ulteriore taglio da parte di Bruxelles.

Lo scrive il quotidiano La Sicilia citando una comunicazione inviata dall’Autorità di Audit della Regione alla direzione generale Politica regionale e urbana della Commissione europea e per conoscenza, fra gli altri, al governatore Renato Schifani, che ha come oggetto “Avvertimento di possibile interruzione dei termini di pagamento limitatamente alle operazioni connesse a SeeSicily”.

È il risultato, ricostruisce il quotidiano, del lavoro di verifica sul sistema dei voucher per pernottamenti e servizi turistici previsti da SeeSicily, messo in discussione dalle istituzioni Ue, che hanno voluto vederci chiaro anche sulle spese per la promozione, pari al 63% degli importi certificati dall’assessorato al Turismo.

Il quotidiano La Sicilia, che sollevò il caso, ricorda come “sui 75 milioni stanziati dalla Regione ad aprile 2020 nella cosiddetta ‘finanziaria di guerra’ anti-Covid, appena l’1,16% era andato alla misura principale dei voucher per i pernottamenti nell’Isola, con un investimento spropositato sulla comunicazione “rimodulato” dall’allora governo regionale di Nello Musumeci, con tre delibere diverse. L’iniziativa dell’assessorato al Turismo è stata poi prorogata fino al 31 dicembre 2023.

“Ora che sul caso ‘SeeSicily’ il buco di oltre 10 milioni è certificato, nero su bianco, nelle carte inviate alla Commissione Europea dall’Autorità di Audit della Regione, non ci sono più dubbi: sulla vicenda, che abbiamo denunciato anche in conferenza stampa e per la quale abbiamo fatto un esposto alla Corte dei conti, avevamo ragione da vendere”, afferma il capogruppo del M5s all’Ars Antonio De Luca.

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