lunedì, 25 Novembre 2024

Aumenta la tassa di soggiorno? albergatori sulle barricate

Scoppia la polemica dopo le voci di un probabile aumento della tassa di soggiorno che potrebbe anche venire estesa a tutti i Comuni che vorranno applicarla. Per ora, si tratta soltanto un’ipotesi circolata in una bozza di decreto. E anche se il ministero del Turismo assicura che il confronto con le parti non è terminato e proseguirà a settembre, alle imprese alberghiere bastano le voci del rincaro per salire sulle barricate e scagliarsi contro quello che considerano un tradimento del governo. Anche perché il gettito della tassa maggiorata potrebbe venire dirottato alla raccolta e smaltimento dei rifiuti, non più soltanto agli interventi nel settore del turismo come avviene adesso.

In base alla bozza della norma l’imposta di soggiorno potrebbe essere estesa a tutti i 7.904 Comuni italiani che vorranno applicarla, mentre oggi la possono applicare solo i capoluoghi, le unioni di comuni e i comuni turistici. Ci sarebbe anche una rimodulazione degli importi: fino a 5 euro nel caso di costo del pernottamento inferiore a 100 euro, fino a 10 euro per una stanza tra i 100 e i 400 euro, fino a 15 euro per una sistemazione tra i 400 e i 750 euro, e si sale ad un massimo di 25 euro al giorno negli alberghi di extralusso (oltre 750 euro a notte). Inoltre, gli incassi verrebbero destinati non solo ad interventi nel settore del turismo ma anche a raccolta e smaltimento dei rifiuti.

L’ipotesi preoccupa le associazioni di categoria. Federalberghi è netta: le imprese del turismo “non condividono la proposta di aumentare ulteriormente la tassa”. Anche perché “sono trascorsi solo pochi mesi da quando, in vista del Giubileo, il tetto massimo è stato elevato del 40%, passando da 5 a 7 euro per notte e per persona ed è stata introdotta la possibilità di utilizzarla per coprire i costi della raccolta rifiuti, snaturando le finalità dell’istituto”.

Anche Confindustria Alberghi fa muro contro la norma allo studio, perché le strutture recettive non possono essere “un mero bancomat per i Comuni”. La presidente Maria Carmela Colaiacovo si dice “sorpresa” che “dopo mesi di dialogo proficuo e di confronto” si proceda “improvvisamente all’approvazione di un testo” che sembrerebbe far saltare “alcuni dei capisaldi su cui si innestava la riforma in discussione”. Tra tutti il vincolo di destinazione del gettito – nato per il sostegno delle attività turistiche, la promozione e commercializzazione del turismo – che invece di rafforzarsi sembrerebbe venir meno con l’esplicita previsione di poterlo utilizzare per coprire i costi del servizio rifiuti. Cosi come l’aumento complessivo dell’imposta che oltre al maggior costo andrebbe anche ad applicarsi a destinazioni meno turistiche, contraddicendo gli sforzi di questi anni di operatori e amministrazioni locali, per una migliore distribuzione e destagionalizzazione dei flussi nelle aree interne.

Dopo le proteste, il ministero del Turismo precisa che tutto è ancora in discussione: “Non si sono ancora concluse le interlocuzioni con le associazioni di categoria e gli altri attori istituzionali in vista di una possibile proposta di modifica della disciplina dell’imposta di soggiorno. Il dialogo proseguirà a settembre”.

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