venerdì, 20 Dicembre 2024

Quirinale boccia decreto aeroporti, plaudono Ibar e Assaereo

Ora le compagnie chiedono regole chiare e coerenti con le norme europee

Non coerenza con la direttiva Ue e profili anticoncorrenziali. Ecco perché il Quirinale ha bocciato il decreto legislativo sugli aeroporti, approvato in via definitiva dal consiglio dei ministri il 6 ottobre scorso, secondo quanto scrive Il Sole 24 Ore. Il decreto varato dal governo, spiega il quotidiano, prevedeva, tra le altre cose, uno snellimento delle procedure per l'approvazione dei diritti aeroportuali.
La decisione è stata accolta con soddisfazione da Ibar e Assaereo, le associazioni che raggruppano la quasi totalità delle compagnie aeree italiane.
Del resto, le compagnie aeree avevano già contestato i provvedimenti governativi a partire dalla legge che consentirebbe all'Enac e al ministero dei Trasporti di stipulare contratti di programma con gli aeroporti "in deroga" rispetto alla relativa delibera del Cipe del 2007. Successivamente hanno illustrato le loro perplessità sul decreto di recepimento della  direttiva Ue 2009/12 in un audizione parlamentare.
Alla luce della bocciatura del decreto da parte del Quirinale e in previsione delle modifiche necessarie per la riedizione del provvedimento, Ibar e Assaereo propongo ora un "reset" dell'intera materia, e chiedono formalmente di essere coinvolte dalle istituzioni competenti. A tale scopo avanzano alcune proposte: ripristinare le consultazioni fra ministero dei Trasporti, Enac, aeroporti e  compagnie aeree; ristabilire le modalità per applicare la direttiva Cipe senza ulteriori scorciatoie e deroghe; recepire "correttamente" la direttiva europea.
In particolare occorre costituire un autorità di sorveglianza indipendente per i trasporti che svolga le funzioni previste dall'articolo 11 della direttiva. Il tentativo del governo di attribuire queste funzioni ad un dipartimento dell'Enac costituisce un palese conflitto di interessi tra il controllore ed il controllato, disattendendo totalmente il senso della direttiva stessa.

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