domenica, 17 Novembre 2024

Pecore per salvare turismo? Gli stranieri vogliono vivere la transumanza

‘Cinque pecore per turista, posson bastare?’. È la provocatoria risposta di Nunzio Marcelli, presidente dell’Associazione Regionale Ovicaprini al presidente della Regione Luciano D’Alfonso che aveva sottolineato la scarsa competitività turistica dell’Abruzzo.
“Se la nostra Regione non è competitiva sul turismo, è perché non si è voluto investire sulle nostre attrattive – commenta Marcelli – Il gregge in transumanza composto da 200 pecore ha 40 turisti da tutto il mondo ad accompagnarle. Altro che poca competitività: ogni 5 pecore qua arriva un turista. Chiediamo: cinque pecore per turista posson bastare?”.
“In tv andava in onda ‘Intervallo’ con immagini dalle varie regioni – continua Marcelli – per l’Abruzzo c’era un gregge di pecore. Ci fu una vera e propria sollevazione politica per far togliere quell’immagine che, si diceva, degradava la nostra regione. Nel 2014 le pecore possono diventare traino di un settore del turismo. Da tutto il mondo vengono qui proprio per loro. Per seguirle, conoscere le antiche pratiche della transumanza, fare la mungitura a mano all’alba, mangiare il formaggio fatto con le proprie mani. Antiche tradizioni che richiamano turisti da tutto il mondo. In questi giorni parte un altro gruppo di 200 pecore, per scendere dall’Alto Sangro fino alla Valle del Sagittario. Ma per quelle 200 pecore, sono arrivati 40 turisti alla Porta dei Parchi di Anversa degli Abruzzi, per fare la transumanza, seguire il gregge  – spiega Marcelli – Se come dice D’Alfonso l’immagine e l’offerta dell’Abruzzo per il turismo non brilla, smettiamo di guardare a quel che hanno fatto altri: le potenzialità dell’Abruzzo sono nella sua storia, nelle sue tradizioni. Sulle quali però finora non si è mai voluto investire. Ecco allora la proposta di guardare al mondo rurale che produce a basso costo, che ha dimostrato di essere anticiclico, che sa offrire ai turisti quell’accoglienza e quelle esperienze che una consistente parte del mercato turistico cerca a livello internazionale. Il futuro dell’Abruzzo passa anche attraverso le pecore. Basta crederci”, conclude.

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