“La Calabria è la seconda tra le regioni di Italia che soffrono maggiormente il fenomeno dell’erosione costiera, dietro solo alla dirimpettaia Sicilia”. Ad affermarlo Giuseppe Nucera, referente sezione Turismo di Confindustria Reggio Calabria e componente del direttivo nazionale di Federturismo Confindustria, commentando i dati diffusi dall’Hub Blue Economy La Spezia sulla base delle rilevazioni Istat-Eurostat.
“Si tratta di un vero e proprio allarme – prosegue Nucera – che opportunamente ha portato all’istituzione del primo ‘Osservatorio nazionale sull’erosione costiera’, che è già al lavoro per valutare la situazione delle coste liguri e toscane”. Per Nucera “il fenomeno dell’erosione costiera è un’emergenza gravissima per la Calabria che dovrebbe fare del turismo il motore principale della propria economia”.
Ad essere maggiormente colpita è la costa tirrenica catanzarese e il litorale reggino, tra Bocale e Melito Porto Salvo. “Nnon si tratta solo di fattori naturali – avverte Nucera – vi è anche l’opera dell’uomo. E il rischio, in mancanza di interventi definitivi, è che la situazione si aggravi sempre di più”.
Secondo i dati della Blue Economy, 3500 km sui circa 8000 di coste italiane sono intaccati e compromessi dall’erosione marina. A rischio sono in particolare le coste basse e sabbiose per oltre 1600 km.
“Considerando i 24 milioni di mq di costa sono scomparsi in questi anni si può tranquillamente affermare che l’Italia ha bruciato ogni anno più di 28 miliardi di Pil derivanti dal turismo connesso con il mare. E nel calcolo – prosegue Nucera – non sono considerati i dati relativi ai danni a strutture e infrastrutture, comprese ferrovie, strade, scogliere. Eppure proprio noi calabresi dovremmo tenerne conto poiché sono passati appena pochi mesi dagli ultimi, devastanti, eventi alluvionali”.
Per Nucera inoltre, non si può restare a guardare “sono cifre che la Calabria non può permettersi di perdere, specialmente adesso che la stagione estiva è alle porte. C’è bisogno però – conclude – non solo di una visione organica del fenomeno ma anche di una mirata strategia di intervento che sia condivisa da tutti gli attori interessati”.