I Bronzi di Riace non si toccano. La Calabria insorge alle parole del neoministro della Cultura, Giancarlo Galan, che paventa l'intenzione di trasferirli altrove. Parole che in Calabria, ma non solo, non passano inosservate e riaccendono il fuoco delle polemiche, mai sopite quando si parla di trasferire i Bronzi, assurti a simbolo della regione, in altre parti d'Italia.
"I Bronzi di Riace – ha detto Galan al Sole 24 Ore – sono stati trovati nei mari della Calabria ma solo per questo devono rimanere in quella zona? E' una vera operazione culturale quella di tenerli nel museo di Reggio?".
Il presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti, non intende fare polemiche. "Credo che quello di Galan sia un passaggio di un discorso che voleva essere una riflessione", dice. In ogni caso ribadisce che non appena avrà occasione di incontrare il ministro gli spiegherà "perché i Bronzi di Riace resteranno in Calabria".
Contrari allo spostamento anche i tecnici. Per la soprintendente ai beni archeologici, direttrice del Museo archeologico di Reggio, sede dei Bronzi, l'impegno deve essere finalizzato a "finire il museo presto e bene e a valorizzare le statue dove stanno" riferendosi ai lavori di ristrutturazione del Museo che dovrebbe concludersi entro pochi mesi.
In questo periodo le statue, trovate nello Ionio al largo di Riace nel 1972 dal sub Stefano Mariottini, sono state ospitate in un spazio allestito nella sede del consiglio regionale dove sono state sottoposte ad un profondo restauro. Ed a confermare l'interesse per le statue, ci sono i dati dei visitatori della "clinica dei Bronzi": oltre centomila persone in poco più di un anno. Un vero e proprio boom.
I Bronzi interamente risanati sono pronti a tornare nel Museo archeologico, probabilmente già a maggio. E lo faranno dotati di un dispositivo antisismico di nuova concezione, realizzato dall'Enea, che li tutelerà anche dal terremoto di maggiore intensità. Per loro è stata anche allestita una nuova sala climatizzata per preservarli dal rischio della corrosione. Un motivo in più, dicono i tecnici, per lasciarli al loro posto.