L’allarme creato dalle vicende legate all'alto tasso di radioattività rilevato in alcuni siti della Calabria, in particolare sulla costa tirrenica, preoccupa fortemente gli imprenditori turistici del cosentino. Nel corso di un incontro presso la Camera di Commercio di Cosenza, gli operatori hanno analizzato i dati delle presenze nell'ultima stagione estiva, registrando un decremento rispetto allo scorso anno del 25% con punte del 30%. A peggiorare la situazione creata anche dalla vicenda delle navi affondate con carichi sospetti, c’è il fatto che ancora non sono state avviate soluzioni relative allo smaltimento dei rifiuti, al mare sporco, al malfunzionamento dei depuratori.
''Si è in presenza – scrivono in un documento gli operatori – di una situazione ormai non più sostenibile. Senza un intervento massiccio, immediato e urgente, tutto il settore turistico e conseguentemente l'economia del territorio, già seriamente compromessa, rischierà un tracollo definitivo ed irreversibile''. L'azione principale da attuare nell'immediato, dicono gli imprenditori turistici, è ridare fiducia al turista ''perchè sappia di poter contare su un ambiente salubre e non contaminato, operando un conseguente rilancio delle bellezze naturalistiche e paesaggistiche di cui il nostro territorio è dotato''.
Gli imprenditori chiedono la costituzione di una task force operativa coordinata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, con la Regione e le Province calabresi. E inoltre, chiedono che la Regione Calabria si attivi per l'estensione della legge sul consolidamento bancario al settore del turismo ''finora inspiegabilmente escluso'' ed infine che sia stanziato un adeguato fondo regionale, da destinare come quota di livello locale per la bonifica immediata dei siti scoperti recentemente e per risolvere i problemi che rendono molte zone non pienamente balneabili.