Dopo anni di timori torna il sereno sulla Reggia di Carditello. Il ministero dell'Economia, infatti, ha acquisito il sito borbonico costruito a San Tammaro (Caserta) nel Settecento, aggiudicandosi l'asta tenuta per la cifra di 11,5 milioni di euro. Nei prossimi giorni la Sga, società controllata dal ministero, cederà la Reggia al Mibact sulla base di accordi già stipulati nei giorni scorsi.
”Adesso metteremo in piedi una fondazione a cui parteciperanno Stato, enti locali e mi piacerebbe anche il ministero dell'Istruzione – annuncia Massimo Bray, ministro dei Beni Culturali e del Turismo – vorrei fossero coinvolte le università del territorio e il ministero dell'Ambiente perché Carditello può essere uno straordinario osservatorio sull'ambiente”.
”Partiranno in breve tempo le prime opere di messa in sicurezza e il servizio di vigilanza del sito", ha garantito Antonia Pasqua Recchia, segretario generale del ministero.
La Reggia fu messa all'asta dal Tribunale con ordinanza del 27 gennaio 2011 per un debito di 32 milioni di euro che l'ente pubblico proprietario allora del sito, il consorzio di Bonifica del Basso Volturno, aveva con l'ex Banco di Napoli. Della riscossione del credito fu incaricata già dalla fine degli anni '90 la Sga. Negli anni il sito, in mancanza di fondi per manutenzione e vigilanza da parte del Consorzio di bonifica, è diventato preda di vandali e vittima degli agenti atmosferici. Intanto dal Fai e da Intesa Sanpaolo arrivano 50 mila euro destinati ad un progetto “da concordare con gli organi del Mibact”.
“Il colpo che il Mibact ha battuto questa mattina acquisendo la proprietà del Real Sito di Carditello a San Tammaro (CE) – si legge nella nota del Fai – risuona nel cuore di tutti gli italiani come la più bella notizia che potesse aprire il 2014. L'auspicio del Fai è che il recupero del sito di Carditello torni a far rivivere una delle più importanti aziende agricole illuministe europee, vanto del regno Borbonico. Non si auspica quindi solo il recupero monumentale della Palazzina Reale e delle immense stalle, ma soprattutto la resurrezione di un intero territorio con il suo straordinario patrimonio agricolo e di allevamento di bufale e di razze pregiate bovine creato dai Borbone. Sarebbe, questo, un segno fortissimo per il recupero del paesaggio e dell'agricoltura campana, così strategici per il futuro di tutta la Regione”.